MotoGP a Jerez, Rossi torna a casa: inizia la fase europea

MotoGp

Paolo Beltramo

Valentino Rossi, dopo la vittoria dello scorso anno ad Jerez (2016) - Foto: Getty Images

Rossi ha vinto nove volte ad Jerez, l’ultima lo scorso anno dopo una lunga fuga verso il traguardo. Oggi la pressione è tutta sul duo spagnolo Marquez – Vinales e chissà che a beneficiarne non possa essere proprio Valentino

Il motomondiale torna a casa: in Europa, dove è nato e da dove si è allargato alla conquista di sempre nuovi circuiti. La fase europea comincia a Jerez, uno delle piste con più atmosfera, con tanta personalità, carattere, pubblico. È una festa del motociclismo piazzata in una terra, l’Andalusia, che di feste, buon cibo, ottimo vino, vive. Da un po’ il ritorno alle origini si festeggia in questa terra bella e accogliente, tanto da diventare una piacevole tradizione.

Quest’anno per Valentino Rossi tornare a casa significa molto. Innanzitutto ci arriva di nuovo da primo in classifica con un bottino di tre podi (due secondi e un terzo) nelle prime tre gare extraeuropee che sono, Qatar a parte, trasferte lunghe e scomode. Il ritrovare la comodità del lavoro “sotto casa”, di orari normali, viaggi brevi, luoghi conosciuti, piste familiari, amici, può diventare un piccolo vantaggio per VR46 che ritroverà anche il piacevole, rilassante e tranquillo rifugio del suo splendido motor-home. Non più container o uffici adattati, ma la confortante normalità delle sue cose e delle sue abitudini.

Sarà così ancora più libero di produrre la sua arte. Jerez è una pista dove ha vinto moltissimo: nove volte, l’ultima l’anno scorso. Quello del 2016 è stato un successo incredibile, venuto dopo una bellissima pole e con una gara atipica per un lottatore come lui: in solitaria, una lunga fuga. Di Jerez restano impresse nella memoria il successo in 250 con fermata per andare in bagno durante il giro d’onore, oppure la spallata a Sete Gibernau all’ultima curva di quel 10 aprile 2005 con la MotoGP.  Così tante vittorie e podi rendono Jerez un tracciato particolarmente amato da Rossi. Il luogo perfetto per far capire ai due favoriti, Marquez e Viñales, che in gioco c’è anche il “vecchietto”, quello che vinceva in 125 quando ancora loro non sapevano neppure cos’era una moto.

La rivalità tutta spagnola tra Marc e Maverick potrebbe trasformarsi in un peso per i due. Tanta pressione, tanto tifo, tanti impegni sono roba che può diventare difficile da sostenere. Vale, per una volta, potrebbe passare un Gran Premio di Spagna un po’ più tranquillo, defilato. E lavorare per trovare quella messa a punto ideale della sua M1, quell’equilibrio finora difficile tra le varie fasi della guida. Trovarlo magari un po’ prima della domenica, come in Argentina, senza dover ravanare il cappello per trovare il coniglio ogni volta.

Ogni anno che passa c’è chi sostiene che Valentino Rossi sia sul viale del tramonto, ogni anno lascia tutti a bocca aperta, sempre più aperta. Gli antichi lo avrebbero definito “trismegisto”, cioè tre volte grandissimo. Come gli dei, più dei faraoni, lui che in effetti incarna il dio della velocità, della moto e della competizione.