MotoGP, Vinales è il migliore anche nella messa a punto

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Paolo Lorenzi

Maverick Vinales, (Austin 2017) - Foto Getty Images

Il pilota spagnolo è il più veloce fin dalle prove libere. Merito del set up perfetto della sua Yamaha, ma Rossi e Marquez fanno progressi. Ducati invece, è apparsa ancora distante da una base mediamente adatta ad ogni circuito 

La messa a punto è la vera chiave di volta di ogni Gran Premio. Presentarsi in gara con la moto regolata a dovere è fondamentale per ottenere il miglior risultato, ma fino ad oggi soltanto Maverick Vinales, tra i piloti di punta, è riuscito a trovare in fretta il set up ideale. La Yamaha 2017 è perfetta per il suo stile di guida che sfrutta bene anche le nuove gomme Michelin. Lo spagnolo è stato costantemente il più veloce, nei test invernali come nei turni di prove libere dei tre Gran Premi fin qui disputati. Ciò significa che la base tecnica su cui lavora per preparare la corsa è sempre la stessa, salvo gli aggiustamenti dettati dalle caratteristiche di ogni pista.

Non è stato così invece per Valentino Rossi che fino al GP d’Argentina ha dovuto ogni volta inseguire la messa a punto fino al momento della gara, complice anche una gomma anteriore poco adatta al suo modo di frenare. La situazione è migliorata ad Austin dove il Dottore ha lavorato sulle regolazioni utilizzate nel Gran Premio precedente, concludendo al secondo posto con un passo gara di poco inferiore a quello del vincitore Marquez. Ma già nelle prove libere Rossi aveva dato segni di ripresa, strappando il sesto miglior tempo ed un commento più ottimista.

La Yamaha è la moto in questo momento più competitiva, come dimostrano anche le buone prestazioni di Zarco e Folger, neo promossi alla classe regina. La Honda sembra invece ancora alla ricerca di una base definitiva. Nonostante le prestazioni in gara, Marquez ha dovuto inseguire Vinales in tutti i turni di libere, e qualche segnale di miglioramento lo si è visto soltanto ad Austin, la sua pista preferita, dove anche Pedrosa è riuscito ad agguantare il podio. In tutte le dichiarazioni, il campione del mondo ha sempre sottolineato i problemi legati principalmente all’erogazione del motore e pertanto la gara di Jerez sarà importante per valutare gli eventuali progressi fatti dalla casa giapponese.

In ogni caso messa meglio della Ducati, fin qui apparsa ancora distante da una base mediamente adatta ad ogni circuito. I limiti riscontrati l’anno scorso in fase di staccata e percorrenza curva, non sono stati del tutto risolti e purtroppo il tracciato spagnolo, con le sue traiettorie obbligate, potrebbe risultare un banco di prova anche più impegnativo del solito.