Mondiale da pazzi, grande equilibrio: vincerà il pilota più continuo

MotoGp

Antonio Boselli

La bagarre nel corso del GP di Germania al Sachsenring (foto getty)

Le sorti del Mondiale non sono mai state così incerte dopo la prima metà di stagione: in testa ci sono quattro piloti raccolti in appena dieci punti. Difficile fare previsioni per le restanti nove gare: il titolo potrebbe quindi andare al pilota più continuo, non necessariamente al più vincente

E’ la stagione più pazza del Motomondiale. Chi avrebbe mai immaginato che dopo nove gare, la classifica sarebbe stata così corta? Quattro piloti in dieci punti, cinque in 26 se consideriamo anche Pedrosa e soprattutto un equilibrio tecnico mai visto prima. Con questi presupposti è difficile fare previsioni per la seconda parte della stagione, perché tutto quello che valeva nel 2016 oggi non vale più. Basta una scelta sbagliata delle gomme (come successo a Dovizioso al Sachsenring) e le gerarchie possono essere stravolte. Lo stesso possiamo dire della gara a Brno, una pista dove il binomio Rossi-Yamaha è sempre stato fortissimo.

La ripresa a Brno

Ma come sarà l’asfalto? E le temperature? A Jerez e Barcellona, dove Rossi ha vinto nel 2016, le Yamaha sono andate in crisi con le gomme proprio per la pista poco aderente e le alte temperature. L’unico vero fattore determinante sarà la capacità delle squadre e dei piloti ad adattarsi alle condizioni della pista nel più breve tempo possibile. La Yamaha ha già portato un aggiornamento importante al telaio, Ducati e Honda, seppur con alti e bassi, hanno avuto un rendimento più costante con le Michelin. Chi sarà più veloce a interpretare la finestra di funzionamento delle gomme vincerà la sfida. Quando mancherà la prestazione sarà fondamentale limitare i danni, per un Mondiale che andrà al pilota più continuo, non necessariamente al più vincente.