Nonostante gli sforzi, il costruttore francese è ancora alla ricerca di una soluzione soddisfacente. Fin qui ne ha beneficiato soprattutto lo spettacolo, ma molte cadute importanti sono state imputate al poco feeling trasmesso dalle gomme
Tutte nere e tutte tonde, apparentemente tutte uguali. Eppure così diverse da determinare ogni volta il risultato di una gara. Non sempre in linea con le previsioni. Le gomme continuano a essere tema di discussione, spesso al centro di vere polemiche. Lo sa bene la Michelin che, al secondo anno in MotoGP, fatica a trovare la quadra con soluzioni adatte più o meno a tutti. È come avere una coperta corta: se la tiri da un lato si accorcia dall’altro. I piloti si lamentano spesso, più o meno degli stessi problemi: rendimento e qualità incostanti, difficoltà di messa a punto per fare lavorare al meglio le gomme francesi.
Dopo quattro gare il costruttore francese ha dovuto modificare la struttura dello pneumatico anteriore, sulla spinta delle critiche mosse inizialmente da alcuni piloti di punta e poi condivise dalla maggioranza degli altri. Molte cadute importanti sono state imputate al poco feeling trasmesso dalle sue gomme. Il bilancio dopo le prime nove gare è in chiaroscuro. Ma una cosa è certa: la classifica fin qui ne ha giovato, regalandoci un campionato apertissimo. Con buona pace del gommista, che ne avrebbe fatto volentieri a meno, e la felicità del pubblico che si gode lo spettacolo.