MotoGP Tech, GP Australia: l'importanza della partenza
MotoGpApprofondimento tecnico MotoGP - In MotoGP riuscire a qualificarsi nelle primissime file è di cruciale importanza per affrontare una gara da protagonisti. Ma non basta una buona posizione sulla griglia, bisogna necessariamente partire bene. Come gestiscono i piloti la partenza? Come funziona l’elettronica che li aiuta? Cerchiamo di scoprirlo, con il supporto dell’ing. Giulio Bernardelle e di una animazione 3D sviluppata in collaborazione con la Vandone Film
Il launch control: a cosa serve?
Il sistema di controllo della partenza (launch control) è pensato per semplificare la vita al pilota nel gestire l’enorme potenza dei motori MotoGP nella fase di partenza da fermo.
Per poter avere la marcia giusta in ogni curva del circuito, essendo per regolamento limitato a 6 il numero dei rapporti del cambio, queste moto non possono quasi mai essere settate con la prima marcia rapportata in modo ottimale per uno scatto da fermo efficace. Spesso la prima marcia permette di sviluppare una velocità teorica di circa 200 km/h al massimo dei giri motore; gestire un motore da più di 270 cavalli nella fase di partenza da fermo con un rapporto così lungo potrebbe portare alla distruzione immediata dei dischi frizione, cosa accaduta – ad esempio – a Rossi lo scorso anno in Argentina.
Il sistema del Launch Control, quindi, è studiato sì per permettere uno spunto efficace in termini di accelerazione, ma anche per preservare l’integrità dei componenti della frizione.
Come funziona?
Il sistema di Launch Control di cui sono provviste tutte le MotoGP funziona sulla base di una logica molto simile a quella del Traction Control. I parametri di input sono praticamente gli stessi con l’unica differenza che la procedura viene attivata dal pilota a moto ferma con un apposito tasto al manubrio e si disattiva in automatico una volta che il pilota in accelerazione arriva ad inserire una marcia prestabilita.
Cosa deve fare il pilota?
A moto ferma il pilota può inserire il LC attivandolo tramite un apposito tasto che di solito è posizionato sul semi-manubrio di destra. L’inserimento della mappa prevede una sorta di protezione per evitare che possa avvenire una sua attivazione accidentale durante la guida. La moto deve essere ferma ed il tasto deve essere tenuto premuto per qualche secondo. Questo è il motivo per cui si vedono i piloti intenti ad aggeggiare sui manubri una volta arrivati in griglia di partenza alla fine del giro di warm-up.
Dove e come agisce il launch control?
Il sistema prevede di limitare i giri massimi di rotazione del motore a circa 2/3 del valore limite normale; in questo modo la potenza massima viene anch’essa limitata anche perché non servirebbe a nulla rispetto alle effettive possibilità di scaricarla a terra che ha la ruota posteriore. Così facendo, inoltre, il pilota ha la possibilità di aprire completamente la manopola del gas e di preoccuparsi solo del cambio marcia e di gestire l’attacco della frizione con la leva sul manubrio sinistro. Un ulteriore limitazione della potenza può arrivare quando i parametri di input tenuti sotto controllo arrivano al valore posto come limite: ad esempio quando la differenza di velocità tra la ruota posteriore e l’anteriore supera la soglia di accettabilità oppure la forcella si estende troppo bruscamente o, ancora, resta tutta estesa troppo a lungo; in tutti questi casi la centralina di gestione motore interviene limitando l’apertura delle farfalle e la quantità di benzina iniettata nei cilindri.
La strategia di partenza viene disinserita in automatico quando il pilota è arrivato a mettere in accelerazione un rapporto prestabilito; di solito la terza marcia, comunque la scelta è legata alla conformazione del circuito o, meglio, del rapporto che si arriva ad inserire al momento della prima staccata.
Non basta il launch control per partir bene…
Se la mappatura è impostata bene, con questo sistema di controllo è praticamente impossibile derapare e impennare. Non è facile partire bene, però, perché la capacità di gestire l’attacco della frizione in maniera ottimale è una virtù di pochi piloti. Nonostante tutta l’elettronica presente su queste moto, la frizione a dischi multipli a secco – congegno meccanico che esiste dalla notte dei tempi nelle corse di moto – ha ancora un ruolo importantissimo ed è per questo uno degli elementi a cui si dedica tanto tempo per trovarne la regolazione più congeniale al pilota.