Approfondimento tecnico MotoGP - Nonostante lo sviluppo visto negli ultimi anni dei sistemi di gestione elettronica, il freno posteriore è ancora utilizzato da molti piloti in quanto permette una grande modularità e può essere impiegato solo quando serve a discrezione di chi guida. Capiamo come con il supporto dell’ing. Giulio Bernardelle e di una animazione 3D sviluppata in collaborazione con la Vandone Film
La pratica legata all’utilizzo del freno posteriore in curva rappresenta una tecnica di guida antica che deriva da quanto in molti facevano con le 2 tempi, moto assolutamente poco dotate in termini di freno motore e, invece, molto brutali in fase di accelerazione.
Il freno serve ad ottenere due effetti ben precisi a seconda che lo si azioni in fase di ingresso curva oppure in accelerazione.
La fase di ingresso curva
In ingresso curva il freno posteriore permette di integrare l’effetto sovrasterzante che già è presente in quanto dovuto al freno motore. Il risultato è di poter arrivare al punto di corda con più rapidità e solo quando serve, magari per girare su una traiettoria più stretta e riuscire a sferrare un attacco all’avversario che precede.
L’utilizzo del freno posteriore in staccata
Quando lo si usa in staccata a moto ancora dritta, serve per togliere una parte di potenza frenante all’anteriore e stabilizzare la moto in frenata limitando il trasferimento di carico sull’avantreno.
In uscita di curva
Il freno posteriore può essere utilizzato anche in uscita di curva, in fase di accelerazione; in questo caso diventa un valido sistema di controllo della derapata e dell’impennamento.
Foto: facebook.com/pg/motogppitwalk