MotoGP GP Mugello 2018. Approfondimento sulla regina delle staccate: la San Donato
MotoGpLa pista toscana, una delle più belle ed impegnative del mondo, è una sfida umana e tecnica che coinvolge piloti, gomme e anche gli impianti frenanti con una delle decelerazioni più dure e spettacolari della stagione, quella della curva 1, la San Donato
La pista del Mugello, nella scala Brembo che va da 1 a 5 e misura l’impegno dei sistemi frananti, si merita un indice di difficoltà pari a 3, come altre otto piste su 19 nella stagione. Visto così il tracciato toscano non sembrerebbe quindi essere il terreno di caccia degli “staccatori” (quei piloti che in frenata fanno la differenza). Anche la distribuzione piuttosto uniforme delle 15 spettacolari curve lungo i 5.2 Km del nastro d’asfalto parrebbe non rendere la vita particolarmente dura agli impianti frenanti, dato che i dischi in carbonio hanno la possibilità di raffreddarsi adeguatamente tra una staccata e la successiva. Ma non tutto è come sembra.
Una delle immagini “cult” dell’intero Motomondiale è quella delle MotoGP che si aprono a ventaglio alla frenata della curva 1 del Mugello. Siamo alla San Donato, la regina delle staccate. I piloti ci arrivano lanciati dal rettilineo più lungo del Mondiale (oltre 1100 m) che parte dalla Bucine e culmina con uno scollinamento dal quale le moto escono ad oltre 350 Km/h. Aggrappandosi letteralmente ai freni per 5 secondi in meno di 300 metri decelerano fino a 90 Km/h. È una frenata pazzesca, con il corpo dei fenomeni della MotoGP che deve contrastare una forza pari a 1.5 g, un valore elevatissimo, addirittura superiore a quelle che subirebbe un pilota di auto (protetto) nell’abitacolo di una supercar come la Porsche 911 GT3 nello stesso punto della pista.