MotoGP, GP Mugello. Andrea Dovizoso: "Iannone? Volevo più rispetto"

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Andrea Dovizioso e Andrea Iannone, insiele alla Ducati nel 2015 (foto getty)

Andrea Dovizioso è stato intervistato in esclusiva da Antonio Boselli in occasione della presentazione del libro del ducatista Asfalto: "Iannone? Quando pensi solo a te stesso non fai male agli altri, questo è rispetto, secondo me è la base, quando hai a che fare con gente che non ragiona così si fa veramente fatica, non è piacevole. Lorenzo? A Valencia si è comportato in buona fede fino a un certo punto, anche se lui è convinto di essere nel giusto"

IL SIPARIETTO TRA ROSSI E LORENZO

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Il Gran Premio d'Italia è la gara più importante dell'anno per i piloti italiani e per tutti i tifosi del nostro Paese. Un'occasione in cui i campioni della MotoGP si "sbottonano" un po' di più, lasciando emergere aspetti della loro vita che spesso restano nascosti. Questo anche grazie ad interviste esclusive, come quella realizzata da Antonio Boselli ad Andrea Dovizioso in occasione della presentazione dell’autobiografia del ducatista "Asfalto". Desmodovi si è espresso su diversi argomenti, compreso il rapporto personale con tanti colleghi delle due ruote.

Su Lorenzo:

"Io do tanta importanza al rispetto e a come ci si comporta, ci sono persone che credono di fare la cosa giusta, ma non la stanno facendo. A Valencia, Lorenzo si è comportato in buona fede fino a un certo punto, anche se lui è convinto di essere nel giusto. Forse credeva che mi stesse aiutando".

 

Su Iannone:

"Ci sono tante persone che fanno cose di nascosto per ottenere certi risultati, io non sono stato educato così. Per me è dura, ed è stata dura avere a che fare con questo tipo di persone ed è brutto. Ci vuole rispetto e, soprattutto, una cosa che ho capito, è che bisogna concentrarsi su sé stessi, non al male degli altri. Quando pensi solo a te stesso, non fai male agli altri e questo è rispetto, secondo me è la base e quando hai a che fare con gente che non ragiona così, si fa veramente fatica. Non è piacevole".

 

Su Rossi:

"Se ci conoscessimo forse diventeremmo amici, ma ci sono delle ragioni per cui Rossi debba vivere in un certo modo: è diventato troppo importante, è chiuso in una cerchia in cui si fa fatica ad entrare oppure ti devi comportare in un certo modo per entrarci, che non è il mio modo. Per la passione che ha per i motori, posso dire che siamo molto simili".

 

Sull’infanzia:

"Ho vissuto un’infanzia da sogno, il mio babbo mi ha trasmesso la passione per le moto e ho vissuto spensierato anche se avevamo problemi seri, veramente non avevamo la benzina per tornare a casa dalle gare. Io mangiavo con le famiglie degli altri piloti, perché non c’era la possibilità e si aveva il minimo indispensabile".