MotoGP, GP Germania. Tosto e onesto: Dani Pedrosa è un piccolo grande pilota

MotoGp

Paolo Beltramo

I numeri di Dani Pedrosa (foto da Twiter MotoGP)

Pedrosa ha annunciato il suo ritiro dalla MotoGP al termine di questa stagione. Lo spagnolo lascia una sensazione tenera e di grandezza assoluta, ma anche un po’ di magone. Onesto, misurato, tosto: un piccolo grande pilota

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Oramai è ufficiale: dopo il benservito da parte del Team HRC, la carriera tutta Honda di Dani Pedrosa finirà al termine della stagione. Un rapporto raro, durato 18 anni, ma che avrà Valencia come punto a capo.

Ma chi è Dani Pedrosa? Un campione, sicuramente. Un pilota sfortunato, altrettanto di sicuro. Un piccoletto di 160 cm, 50 chili, che ha saputo vincere ben 31 gare in MotoGP dopo essere stato campione del mondo della 125 (2003) e della 250 (2004 e 2005). Un duro vero, che ha dovuto superare prove impensabili, sfide difficilissime, vincendole tutte, tranne una: quella di diventare campione del mondo anche in MotoGP. Il suo fisico minuto assomiglia al suo carattere: passa inosservato, non colpisce. Eppure da quel mezzo quintale di determinazione ha saputo trarre l’impossibile.

Già in 125 aveva subito gravi infortuni, ma peso e potenza di quelle moto erano del tutto alla sua portata. In 250 il periodo migliore della sua carriera: due Mondiali consecutivi, 15 vittorie, 24 podi in 32 gare. La MotoGP ha rappresentato la naturale evoluzione per un vincente come lui. Con il problema evidente della taglia e del peso probabilmente inadatti a moto così toste e potenti (oltre i 160Kg e 270 cavalli). Eppure ce l’ha fatta e molto bene: 31 vittorie, 40 secondi e 41 terzi posti per 112 podi. Per tre volte secondo nel campionato, altrettante terzo. Tutto ciò ad oggi, luglio 2018.

In squadra ha avuto piloti quasi impossibili da battere come Casey Stoner e poi Marc Marquez, eppure è andato spesso vicino alla vittoria nel Mondiale, diventata impossibile a causa dei numerosi infortuni. Se dal suo corpo è riuscito a spremere la forza necessaria, dalla sua mente la determinazione e la capacità di soffrire, le sue ossa non hanno potuto dargli quello che gli sarebbe servito per diventare un grandissimo. Così Dani Pedrosa lascia la Honda e le corse dopo una vita e 54 vittorie. Lascia anche una sensazione tenera, di grandezza assoluta come uomo, come persona e un po’ di magone. Onesto, misurato, tosto. Davvero –non è retorica- un piccolo grande pilota.