Ducati, i rapporti tesi di Jorge Lorenzo con l'altra metà del box

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Paolo Lorenzi

Marc Marquez e Jorge Lorenzo (foto getty)

Da Valentino Rossi ad Andrea Dovizioso, rapporti spesso tesi tra Jorge Lorenzo e i suoi compagni di squadra. Adesso si è aggiunto un nuovo capitolo ad Aragon con l'attacco a Marc Marquez, suo futuro coinquilino alla Honda

LORENZO: "MARQUEZ RECIDIVO, NON PENSA AGLI ALTRI PILOTI"

VIDEO: LORENZO CADE ALLA PRIMA CURVA

Non è un remissivo, piuttosto un fumantino. Un impetuoso che non ama contare fino a 10 prima di dire ciò che pensa. A Jorge Lorenzo non si può certo imputare la mancanza di onestà. E’ chiaro e diretto anche sul conto dei suoi avversari. Siano essi compagni di squadra passati, attuali o futuri, poco importa. Fu così con Rossi, da lui accusato con tanto di pollice verso sul podio di Sepang, di aver volutamente buttato a terra Marquez: era il 2015 e in ballo c’era il titolo tra lui e l’altra metà del box Yamaha. Per quell’episodio Lorenzo nei invocò poi sanzioni più pesanti da parte della giustizia sportiva, mettendo in ulteriore imbarazzo la stessa Yamaha. La sua considerazione del Rossi come uomo di sport, d’altra parte non era poi diversa da quella del Rossi pilota: “Io sono uno dei due piloti più veloci del mondo” sottolineò in più di un’occasione quando correva per la casa giapponese. L’altro fenomeno a cui pensava non era certo il Dottore. Passato in Ducati la sua convivenza con Dovizioso ha conosciuto alti e bassi: il primo anno non ha mancato di riconoscerne i meriti, di fronte ai continui successi del forlivese, da lui salutati fin sotto il podio con applausi a scena aperta. Nel finale di stagione in almeno due occasioni ha però provocato l’intervento dei vertici bolognesi, non del tutto convinti della sua proclamata disponibilità ad aiutare il compagno in lotta per il titolo. Per spirito di servizio, non certo per simpatia… In Malesia e a Valencia, glielo hanno dovuto ricordare dai box, quando resisteva in testa alla corsa, seguito come un’ombra da un perplesso Dovizioso. Al quale non ha mancato di riservare alcune “gentilezze”, in tempi più recenti e dopo i primi successi in “rosso”. Frecciatine del tipo: “Dovizioso vince soltanto quando le stelle girano a suo favore”, così tanto per ristabilire le distanze e ribadire l’alto concetto di sé stesso. Lorenzo è senza dubbio un pilota molto orgoglioso, spinto da un’autostima sconfinata e a suo pare giustificata, e per tanto sbandierabile come la più ovvia delle verità. In questo, va detto, lui è onesto, nel senso che non nasconde i propri sentimenti. Si potrebbe forse discutere dell’opportunità e del tempismo di certe dichiarazioni. Un pizzico di astuzia, sotto questo aspetto, potrebbe solo giovargli. L’accusa lanciata, a caldo, al futuro compagno di squadra Marquez non può certo aiutarlo nel suo prossimo ingresso in Honda. Dove MM è il re, il numero uno, la divinità adorata da tecnici, meccanici e vertici giapponesi. Accusare Marquez di averlo volutamente ostacolato in partenza ad Aragon non può non sortire quantomeno un minimo fastidio dentro la sua futura famiglia sportivo. Per non parlare dell’accusato stesso, un altro peperino da cui farebbe meglio guardarsi.