Il circuito thailandese ha già ospitato i piloti della MotoGP, anche se si trattava di test. Cosa è cambiato da febbraio ad oggi? Facciamo il punto, anche alla luce delle dichiarazioni dei protagonisti in conferenza
Il tracciato in Thailandia non è sconosciuto ai piloti della MotoGP: a febbraio tutte le squadre sono scese in pista per i test. In questi 8 mesi, però, sono cambiate tante cose, soprattutto i team hanno avuto 14 gare per sviluppare le moto. La Ducati, per esempio, è cresciuta tanto insieme alla coppia Honda-Marquez. L'unica incognita rimane Jorge Lorenzo, che dopo la lussazione dell'alluce del piede destro è arrivato in Thailandia con un forte dolore. Non solo fisico, perché la ferita per la mossa di Marquez definita troppo aggressiva è ancora presente nella testa di Lorenzo, che ha ribadito la sua arrabbiatura. La vera grande novità è che Marquez, dopo aver telefonato per sincerarsi sulle condizioni di Lorenzo, alle parole del pilota della Ducati in Thailandia, ha risposto "non mi interessa, io penso al mio". Una stortura nel rapporto tra due piloti che saranno compagni di squadra nel 2019.
Piacerebbe e non poco anche a Valentino Rossi arrabbiarsi per lottare per le prime posizioni. E invece anche in Thailandia la Yamaha potrebbe soffrire le accelerazioni da fermo su una pista con un asfalto caldo e con poco grip. Rossi continua comunque a lottare, sperando che la casa giapponese acceleri lo sviluppo della moto 2019. I test di febbraio non sono stati molto incoraggianti, ma la speranza è che come per gli altri anche la Yamaha questi mesi siano serviti per migliorare le prestazioni della M1.