Bezzecchi e Oliveira: percorsi simili ma destini diversi

MotoGp

Paolo Lorenzi

Marco Bezzecchi (Foto: Getty)

Entrambi saliranno di categoria nel 2019 senza aver vinto il titolo. Ma mentre il portoghese ha ancora molto da dimostrare il romagnolo ha già conquistato il cuore di Hervé Pocnharal che rivede in lui il talento di un giovane Valentino Rossi

Marco Bezzecchi, ha già pronta la valigia. Nel 2019 salirà in Moto2, al posto di Miguel Oliviera, pronto a trasferirsi in MotoGP, con lo stesso marchio austriaco. Destini simili, destinazioni diverse. E una cosa, soprattutto, in comune. Nessuno dei due passerà di categoria con un titolo in tasca. Lo faranno però da vicecampioni: Marco con buona probabilità della Moto3 (se manterrà il distacco da Di Giannantonio) e Oliveira della Moto2, al termine di una stagione che li ha visti misurarsi con due fuori classe: Martin da un lato, Bagnaia dall’altro. La morale potrebbe essere che il valore degli avversari è anche la misura del proprio. E questo giustifica la scelta di chi ha riposto fiducia e speranze sulle loro carriere. Ma se Oliviera, tenace e costante, non ha confermato le premesse, pur rivelandosi pilota di indubbia qualità, Bezzecchi ha invece messo realmente in difficoltà il neo campione spagnolo.

Destini simili e percorsi assimilabili, ma tra lui e Oliveira c’è anche qualche differenza. Il portoghese ha ancora molto da dimostrate, Marco ha già mostrato di avere stoffa, talento e cuore. Un cuore grande che ha conquistato anche quello di un vero talent scout del Motomondiale, Hervé Poncharal. Il Team Manager francese ha ritrovato nella diciannovenne promessa di Rimici, i tratti di Valentino Rossi: la stessa determinazione, la generosità agonistica e soprattutto la capacità di superare le difficoltà con una buona dose di ottimismo. Marco anche nei momenti peggiori, dopo aver ingoiato amarezze indicibili, ha sempre trovato la forza di guardare avanti. “Io non mollo” è il suo motto interiore. Crogiolarsi nel brodo dell’auto commiserazione non serve e lo ha ripetuto ogni volta che gli hanno domandato cosa provava, dopo una caduta, un incidente provocato da un avversario (leggi Bastianini in Thailandia e Rodrigo in Australia), una sconfitta bruciante come quella di Sepang. Un’ora dove aveva ritrovato il suo sorriso, semplice e spontaneo coma la sua capacità di andare oltre, di aspettare la prossima tappa. Con fiducia e serenità.