Acosta prima di Jerez: "Resto coi piedi per terra, me lo ha insegnato la mia gente"

il rookie
Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

Imparare nel weekend di Jerez da Pedrosa, prendere il meglio ogni giorno da Binder e Miller: Pedro Acosta, nonostante lo straordinario impatto avuto in MotoGP, predica calma. E ammette: "Torno a casa ogni settimana e faccio la mia solita vita, vedo i pescatori, vedo la vita reale e come la gente lavora sodo per campare, tenendo i piedi per terra, per cui è piuttosto facile per me essere realista"

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Pedro Acosta non smentisce la sua natura schietta e il suo modo di pensare, improntato alla concretezza che deriva dalla sua esperienza di vita. Apprezza i complimenti, ma resta coi piedi per terra. E quando gli chiedono come ci riesca, rimanda al suo passato, al posto da dove viene. Mazarron, vicino a Murcia, paese di pescatori, come la sua famiglia, gente che conosce il senso della fatica quotidiana: "Torno a casa ogni settimana e faccio la mia solita vita, vedo i pescatori, vedo la vita reale e come la gente lavora sodo per campare, tenendo i piedi per terra, per cui è piuttosto facile per me essere realista". Realista è un termine che ricorre spesso nei suoi discorsi. Acosta, che tutti descrivono come il nuovo fenomeno, il vero erede di Marquez, non resta impigliato nella rete degli elogi che gli piovono addosso. "Cercherò di lavorare al meglio, sforzandomi di stare calmo nei momenti difficili. Se dobbiamo arrivare arriveremo, ma sempre restando con i piedi per terra, senza farsi prendere troppo dai pensieri". Tradotto dal suo pensiero: senza farsi prendere dai facili entusiasmi, che questo avvio di campionato (due podi consecutivi e il quarto posto nel mondiale) può suscitare.

"Cerco di prendere il meglio da Binder e Miller"

"Sono molto concentrato su come migliorare la mia guida. L’aerodinamica e l’elettronica della MotoGP sono complesse e non abbiamo tanto tempo nel weekend per fare dei test. Fin qui non ho cambiato troppo il mio stile di guida". Il suo team manager, Hervé Poncharal, dice che lui sta vivendo un momento magicO. "Hervé è molto contento, ma aspettiamo di vedere quando si arrabbierà un po’… Non faccio nulla di diverso rispetto a Miller e Binder. Li osservo ogni giorno e imparo da loro, cerco di prendere le cose migliori da ognuno di loro. E’ vero che sono in un momento magico, ma è anche facile perdere la strada, e sbagliare". E infine aggiunge, per non smentirsi. "Bisogna restare con i piedi per terra".

"Ho tanto da imparare da uno come Dani Pedrosa"

A Jerez la Ktm schiera anche Dani Pedrosa, collaudatore di lusso, in gara come wild card. "Ascoltare lui è importante, per l’esperienza che ha e per quello che ha vissuto, da lui si può sempre imparare qualcosa". Gli riportano le parole di Pedrosa ("cercherò di stargli dietro in prova per capire come guida"); lui si schermisce: "Non parliamo di un pilota qualunque, perché la sua storia arriva fino alla 125. Penso di avere tante più cose da imparare io da lui che non lui da me". Pedro è già campione di concretezza anche quando ammette le sue lacune ("stacco forte, ma devo migliorare in uscita di curva, perché perdo la scia di chi mi precede"), soprattutto quando gli chiedono della gara di casa: "Sarà bello correre per la prima volta a Jerez, in MotoGP, davanti ai nostri tifosi, in un’atmosfera incredibile, un po’ come succede agli italiani al Mugello, ma abbiamo diversi interrogativi da risolvere. Ad Austin è andata molto bene, ma non se si qui sarà la stessa cosa. Bisogna stare calmi".

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