Vinales show nella seconda giornata di test in Malesia: è l'unico pilota a scendere sotto il muro dell'1:59, chiudendo in vetta con 1:58.897. Conferme da Rins (2°), la migliore Ducati è quella di Miller (3°) davanti a Dovizioso (4°). Crutchlow in crescita (5°). Sesto tempo per Rossi. Ancora problemi alla spalla per Marquez (8°)
Vinales dà segni di velocità importanti. Dopo aver inanellato sette giri sul piede dell’1’59’’ prima di ora di pranzo, in una sorta di mini long run, Maverick ha concretizzato un time attack che lo ha fatto chiudere in cima alla lista dei tempi a pochi millesimi dal record della pista di Jorge Lorenzo. Un bel segnale anche per Valentino, che ha fatto i complimenti al compagno di squadra, soddisfatto di come cresce la M1. Rossi ha fallito l’attacco al tempo solo per colpa di una gomma difettosa. Nel terzo giorno di test il Dottore non farà la simulazione gara (che Vinales affronterà alle 15, ora locale): preferisce infatti concentrarsi sulle altre prove da fare, ottimizzando anche le forze fisiche visto il caldo torrido e l’umidità vicina al 90%. Per Rossi la Yamaha si è avvicinata alle avversarie rispetto all’ultimo anno, ma rimane ancora uno step da fare.
Test Sepang, il meglio della seconda giornata
1 |
VIÑALES |
1:58.897 |
63 |
2 |
RINS |
1:59.424 |
61 |
3 |
MILLER |
1:59.517 |
48 |
4 |
DOVIZIOSO |
1:59.562 |
60 |
5 |
CRUTCHLOW |
1:59.566 |
53 |
6 |
ROSSI |
1:59.625 |
51 |
7 |
RABAT |
1:59.664 |
75 |
8 |
MARQUEZ |
1:59.790 |
37 |
9 |
PETRUCCI |
1:59.845 |
65 |
10 |
NAKAGAMI |
1:59.966 |
60 |
11 |
ZARCO |
1:59.973 |
58 |
12 |
BAGNAIA |
1:59.995 |
52 |
13 |
ESPARGARO' A. |
2:00.101 |
54 |
14 |
QUARTARARO |
2:00.108 |
58 |
15 |
MORBIDELLI |
2:00.151 |
57 |
16 |
BRADL |
2:00.230 |
59 |
17 |
ESPARGARO' P. |
2:00.305 |
67 |
18 |
IANNONE |
2:00.510 |
39 |
19 |
KALLIO |
2:00.523 |
41 |
20 |
OLIVEIRA |
2:00.672 |
61 |
21 |
MIR |
2:00.876 |
64 |
22 |
ABRAHAM |
2:01.245 |
56 |
23 |
TEST 1 |
2:01.406 |
42 |
24 |
GUINTOLI |
2:01.654 |
45 |
25 |
SYAHRIN |
2:01.859 |
53 |
26 |
TEST 2 |
2:02.989 |
16 |
27 |
TSUDA |
2:03.276 |
22 |
I tempi: la top ten del secondo giorno di test
1 |
|
M. VIÑALES |
1:58.897 |
2 |
|
A. RINS |
+0.527 |
3 |
|
J. MILLER |
+0.620 |
4 |
|
A. DOVIZIOSO |
+0.665 |
5 |
|
C. CRUTCHLOW |
+0.669 |
6 |
|
V. ROSSI |
+0.728 |
7 |
|
T. RABAT |
+0.767 |
8 |
|
M. MARQUEZ |
+0.893 |
9 |
|
D. PETRUCCI |
+0.948 |
10 |
|
T. NAKAGAMI |
+1.069 |
Ducati, collaborazione tra Dovizioso e Petrucci
In casa Ducati la cooperazione tra i due piloti è come "una S.R.L. piuttosto che una S.P.A, per la quale io ho spostato anche la residenza a Forlì", sintetizza Petrucci con brillante ironia. Danilo ha accettato la proposta di Andrea (nonostante temesse di non avere lo stesso passo) e hanno fatto in tandem due mezze simulazioni di corsa, rimanendo davanti dieci giri a testa. Dovizioso aveva bisogno di vedere tanti piccoli particolari con gomma usata, rimanendo nella scia del compagno, mentre Petrucci a sua volta ha tratto un gran vantaggio nel rimanere dietro ad Andrea nelle traiettorie. L’entusiasmo da parte dei due piloti Ducati per questa collaborazione fruttifera, così come quello del Team Manager Davide Tardozzi, è tangibile. Poi se la stessa alchimia potrà essere riproposta anche nei weekend di gara è un altro paio di maniche.
Marquez, lavoro condizionato dalla spalla operata
La Suzuki ha trovato il suo “capitano” - come ama definirlo Davide Brivio - in Alex Rins, che è costantemente tra i primi e dà feedback assolutamente positivi riguardo allo sviluppo delle moto. Gli rimane da provare un nuovo scarico e un nuovo telaio. Chi lo sviluppo deve invece farlo in modo molto sommario è Marc Marquez. Le condizioni della spalla gli consentono di rimanere in pista la metà rispetto ai suoi avversari. Per questo motivo deve deliberare le componenti, senza entrare nei dettagli, che oltretutto non può verificare perché alcune cose possono dare quel piccolo valore aggiunto quando usi la moto al limite. E per adesso al limite lui non può spingersi. Per Marquez tre Honda nel box e idea positiva sul nuovo motore più potente, anche se meno gestibile in curva. È un vecchio refrain Honda, ma sempre attuale, visto che sbagliare la scelta del propulsore può significare anche compromettere una stagione.