Locatelli: “Academy, realtà che produce Campioni del Mondo”

MotoGp

Mario Lorenzo Passiatore

Roberto Locatelli e Celestino Vietti Ramus nel box Sky VR46
Locatelli

L’ex pilota ha parlato della sua nuova vita da coach nell’universo VR46: “Morbidelli, Bagnaia e ora in testa in Moto2 c’è Baldassarri. Sono tutti prodotti dell’Academy, sono convinto che ne arriveranno altri”

Sky VR46, cartoline dall'Argentina

Una carriera in carena, costruita tra 125 e 250 e consolidata dalla vittoria Mondiale nel 2000 con Aprilia. La pista, il box e la cabina di commento: è il mondo tridimensionale di Roberto Locatelli, che da quest’anno è cambiato ancora, con il nuovo incarico di coach di guida VR46 Riders Academy. Dietro le quinte per preparare i talenti di domani, attraverso la sua esperienza e il lavoro del Team. Per certi versi, è un ruolo che sente già suo, per altri, lo riporta indietro nel tempo: “E’ un po’ come tornare pilota, ritrovi il gusto delle vecchie emozioni”. Il ‘Loca’ ha così raccontato la sua nuova vita professionale, le potenzialità dell’Academy e come è cambiato negli anni il mondo delle corse.

Prima commentatore tecnico Moto2 e Moto3, da quest’anno Coach per VR46 Riders Academy. Ci racconti com’è nata questa collaborazione?
“Da una telefonata di Pablo Nieto che ha risvegliato un po’ quella passione per le moto, di fatto non era mai svanita, così ho accettato al volo la proposta”.

Cosa cerchi di trasmettere ai ragazzi?
“L’idea è quella di togliere più dubbi possibili ai piloti, dando una mano concreta a bordo pista. Abbiamo un occhio ai nostri e un occhio agli altri, perché è importante capire anche cosa fanno i competitor, in che direzione si muovono. Ogni dettaglio può servire per migliorare noi stessi. Le soddisfazioni dei ragazzi, di riflesso sono le nostre. Spesso affrontano situazioni che, da ex pilota, ho già vissuto in prima persona e si può dare il suggerimento giusto per indirizzarli al meglio”.

Marini, Bulega, Vietti e Foggia. Il punto di forza dei quattro piloti Sky VR46?
“Luca è sempre sul pezzo, ogni weekend è lì a rivedere i dati, per capire dove si può migliorare. Marini ha una grande dedizione al lavoro. Bulega, oltre ad avere talento, ha tanta positività che è per lui un valore aggiunto. Nicolò ha fatto bene il primo anno in Moto3, adesso è alla prima stagione in Moto2 e nelle prove ha dimostrato di andare forte. Ora ha un problema fisico che l’ha limitato parecchio ma verrà fuori, vedrete. Vietti si adatta velocemente alle cose che non conosce e lo fa con grande entusiasmo, lo ha dimostrato in queste due gare. Ha una grande testa. Foggia sa essere efficace in battaglia, in bagarre si esalta. E non è una caratteristica che hanno tanti piloti, un conto è correre da soli, un conto è farlo con il gruppo. E' un aspetto che potrebbe agevolarlo, in Moto3 vedremo tanti piloti vicini fino al traguardo".

Dei quattro, in chi rivedi il giovane Locatelli?
“Nella mia carriera c’è stato un po’ di Foggia, Vietti, Bulega e Marini. Cresci e ti completi durante il percorso. Impari ad affinare il talento, sviluppi una capacità di apprendimento diverso, lavori tanto su te stesso insieme alla squadra e rafforzi i punti deboli”.

Quant’è cambiato il mondo dei motori da quando facevi il pilota?
“Tantissimo. Prima i team erano più familiari, quasi più caserecci. Parliamo sempre di una forma di professionismo che ha trovato, però, una sua evoluzione nel corso degli anni. Oggi ci sono i dati elettronici, gli ingegneri, è cambiato l’approccio e il modo di fare analisi, è molto più dettagliata. Diciamo che si lavora di più su tutto”.

Ti piacerebbe vedere in futuro lo Sky VR46 in MotoGP?
“Ti rispondo da appassionato e ti dico di si. Oggi l’Academy ha centrato in pieno la sua missione, è diventata una scuola di Campioni del Mondo. Franco Morbidelli, Pecco Bagnaia e ora in vetta alla Moto2 c’è Lorenzo Baldassarri che è un altro prodotto dell’Academy. Questi sono i frutti del grande lavoro degli ultimi anni e sono convinto che ne arriveranno altri”.