Il pilota dello Sky Racing Team VR46 rientrerà al GP di Spagna, su uno dei suoi tracciati preferiti: “Mi è dispiaciuto saltare la trasferta negli USA, ma il rimedio era operarsi. Strana sensazione vedere la mia moto nei box..."
Rieccolo, pronto per il prossimo appuntamento Moto2 in Andalusia. ‘Bulegas’ ci sarà a Jerez de la Frontera, come confermato dallo stesso pilota. Dopo il GP di Argentina, Nicolò si è dovuto sottoporre all’intervento per la sindrome compartimentale, in seguito a un consistente dolore all’avambraccio destro che non gli aveva consentito di concludere (a cinque giri dalla fine) la gara di Termas de Rio Hondo. Quindi ha saltato Austin, e si è impegnato molto in riabilitazione e allenamento per essere in forma in Spagna. Lì, dove nei test privati aveva già ben impressionato per il buon feeling con la moto, nonostante il passaggio dalla classe leggera a quella di mezzo. Ieri, ha partecipato all’allenamento dell’Academy al Mugello e tutto è andato per il verso giusto.
In Argentina ti sei dovuto fermare proprio sul più bello a causa di un “problema dei motociclisti”, la famosa sindrome compartimentale.
"In Argentina, il weekend stava procedendo bene, ero riuscito a gestire il fastidio e il dolore al braccio e avevo chiuso positivamente la qualifica. In gara però il dolore ha iniziato a diventare più forte, a tratti ingestibile, e a un certo punto ho smesso di avere sensibilità alla mano e sono stato costretto al ritiro. Rientrato in Italia, ho fatto ulteriori accertamenti da uno specialista e con il Team ho deciso di programmare l’intervento quanto prima”.
Operazione ok, riabilitazione pure. Ti vedremo a Jerez?
“Mi sono operato il martedì prima del GP di Austin e il giovedì successivo ho iniziato subito la riabilitazione.Tutto procede bene e tornerò in pista a Jerez, uno dei tracciati che preferisco. Ovviamente, certo, mi è dispiaciuto saltare la trasferta negli USA”.
Hai vissuto da spettatore il GP dì Austin, hai visto tutto in tv dal venerdì alla gara. Che sensazione avevi?
“Non è mai facile guardare una gara da spettatore, vedere la tua moto nel box e non poter essere lì in pista con gli altri. Ma per la sindrome compartimentale non esiste altro rimedio che l’intervento chirurgico e per riuscire a tornare competitivo il prima possibile era importante fissare l’intervento in tempi brevi”.
Hai chattato con i tuoi compagni? Hai sentito il tuo capotecnico?
“Abbiamo una chat con tutti gli altri piloti e i ragazzi che lavorano nel Team. Ci siamo sentiti, ho fatto un in bocca al lupo a tutti per il weekend”.
Luca Marini ha sfiorato il podio. Cosa hai pensato?
“Luca ha fatto un bel weekend, Austin è una pista davvero difficile e fisicamente impegnativa. Considerato che non è ancora al 100% con la spalla, ha centrato un gran bel piazzamento”.
Credi che il gioco di squadra tra voi due, come lo scorso anno tra lui e Pecco, possa essere un valore aggiunto per il Team?
“Luca ha già corso diversi anni in Moto2, è molto competitivo e il suo supporto è utile insieme a quello di tutto il Team. La squadra ha una grandissima esperienza e già dai primi test della off season abbiamo impostato un sistema di lavoro per valorizzare il gioco di squadra. Inoltre, con il nuovo sistema di qualifica, i tempi sono davvero serrati e aiutarsi è fondamentale”.