Il campione del mondo ricorda a Lorenzo le difficoltà del 2015-16, ma al tempo i suoi compagni di marca vincevano di più. Percorso inverso per Ducati: dal 2016 la Desmosedici è arrivata prima in mano a tutti i suoi piloti ufficiali, la dipendenza da Stoner di 10 anni fa è un lontanissimo ricordo
BOTTA-RISPOSTA MARQUEZ-LORENZO. JORGE: PROPOSTO PIANO B
"Se Lorenzo avesse guidato la Honda 2015 o 2016 avrebbe trovato una moto davvero difficile". Nel dopo gara del Mugello Marquez risponde a Lorenzo e svela al maiorchino un passato complicato in sella alla Honda. L'esperienza del campione del mondo dice che da allora la Rc213V è diventata una moto più guidabile e i risultati, a livello personale, gli danno ragione.
Allo stesso tempo però è vero che gli altri compagni di marca hanno visto diventare la Honda una moto sempre più difficile per arrivare al top: nel 2015-2016 Pedrosa, Crutchlow e persino Miller riuscirono a vincere delle gare: 6 in totale, contro le 3 del biennio successivo. Il doppio dei successi e sostanzialmente lo stesso numero di podi.
Andando al di là dei numeri, frutto anche di circostanze eccezionali, sia Pedrosa che l'inglese hanno lamentato in più di un'occasione dal 2017 a oggi una moto difficile per le loro esigenze. Andando a ritroso negli anni, il progetto tecnico legato alla Rc213V era nato già nel 2012, prima dell'arrivo di Marquez: una moto piccola, pensata per Pedrosa, che il campione di Cervera è però riuscito a cucirsi addosso progressivamente nel corso degli anni. Con buona pace degli altri piloti che ovviamente non potevano vantare minimamente i risultati ottenuti dal 93.
La Ducati è andata invece nella direzione diametralmente opposta. La moto di Borgo Panigale, vincente nel primo decennio di MotoGP solo con Stoner e Capirossi - eccezion fatta per un acuto di Bayliss nel 2006 - dal 2016 ha portato tutti i suoi piloti ufficiali al successo: prima Iannone e Dovizioso, poi Lorenzo e infine Petrucci, protagonista assoluto del fantastico weekend al Mugello. L'arrivo di Dall’Igna alla guida tecnica, la ricerca quasi ossessiva di realizzare una moto meno "brutale", l'alternarsi di molti piloti alla guida della Desmosedici senza un riferimento assoluto: molti sono i fattori che hanno contribuito a rendere la Ducati una moto, se non universale, più versatile della Honda stessa in mani diverse.