Tom Sykes, terzo nella gara sprint, è caduto nel giro di rientro. La conseguenza è stata l'esclusione dalla classifica. Un episodio eccezionale, ma Tom meritava di salire sul podio: nessuno degli avversari avrebbe ostacolato la decisione
E’ la prima volta che assisto a una scena così: bandiera rossa, gara fermata definitivamente durante l’ottavo dei 10 giri previsti e classifica valida al giro precedente. Di fronte a una bandiera rossa, tutti i piloti che rientrano ai box nei 5 minuti citati dal regolamento vengono correttamente inseriti nella classifica. La cosa sorprendente è che Sykes, terzo nella gara sprint, è caduto nel giro di rientro, a gara già interrotta, sull’olio lasciato in pista da una rottura meccanica. Risultato? Tom escluso dalla classifica. Come se un pilota, dopo aver tagliato il traguardo senza benzina, venga estromesso dall’ordine di arrivo.
Ci siamo trovati sicuramente di fronte a un episodio eccezionale, ma anche abbastanza chiaro da poter essere risolto in tempi brevi, a patto che qualcuno se ne assumesse la responsabilità: Sykes meritava di salire sul terzo gradino del podio e sono convinto che nessuno degli avversari avrebbe ostacolato la decisione. Non so se sia stato fatto qualcosa per sciogliere il nodo regolamentare, ma, sicuramente, chi aveva il potere decisionale, ha scelto la strada più semplice e meno problematica, e cioè quella di applicare la legge sportiva osservando l’episodio da una sola prospettiva.
Tragedia sfiorata nella 300
Chissà cosa ne pensa Gregorio Lavilla, capo della Superbike, che continuo a considerare prima di tutto pilota. L’esperienza motociclistica è di grande aiuto se ti trovi nei panni del "giudice": occhio, sensibilità e interpretazione dei fatti possono ribaltare le decisioni. A Donington è mancato il senso di responsabilità anche con i piloti della 300, dove si è sfiorata la tragedia in partenza: Perez, al via, si è spostato sulla traiettoria opposta a quella ideale, tagliando la pista, e centrando un pilota che ha rischiato di finire in mezzo alle ruote di una trentina di moto. E’ ovviamente una manovra vietata e punirlo con un ride trough mi è sembrato davvero poco esemplare per gli altri ragazzi. Non si è fatto male nessuno, ok, ma è stata pura fortuna: la partenza è la fase più pericolosa in cui commettere delle scorrettezze. La "giuria tecnica", a mio avviso, credo debba guadagnare maggiore sensibilità motociclistica nella lettura delle gare.