MotoGP, il bilancio dopo i test di Brno: per Yamaha è l'anno zero

MotoGp

Antonio Boselli

I test di Brno segnano un passaggio cruciale per la squadra di Iwata, decisa a rientrare in gioco con Honda e Ducati dopo anni di delusioni

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E vero Valentino Rossi e Maverick Vinales alla fine del test con la nuova M1 sembravano tutt’altro che entusiasti. Rossi ha chiosato “Il nuovo motore? E’ già qualcosina, ma noi abbiamo bisogno di qualcosona”. La cautela è d’obbligo perché troppe volte in questi anni le attese per un miglioramento della moto sono state mal riposte anche in confronto alla crescita di Honda e Ducati. Tutto vero, ma non si può non riconoscere che la casa di Iwata si sia presentata con delle novità importanti nel test estivo di Brno, un fatto che non accadeva da diverse stagioni. Negli anni buoni e vincenti, quelli del boss Furusawa, nel test ceco debuttava la moto prototipo dell’anno successivo mentre nelle ultime stagioni, il materiale provato era poco e di scarsa rilevanza. Questa volta invece il box blu ha sfornato una nuova specifica di motore con relativo telaio adattato, un nuovo codone più snello e compatto e una nuova carena, anche questa più compatta e squadrata. La sensazione è che la Yamaha stia cercato di compattare la M1, seguendo la tendenza recente delle altre case, Honda su tutte. Oltre a queste novità rilevanti, altro materiale è stato provato nel tentativo di rendere la moto più potente, più guidabile e il più gentile possibile con le gomme. L’impresa è ardua e sicuramente, in termini molto concreti i piloti potrebbero non percepire chissà quale miglioramento nell’immediato, ma la notizia più importante è che la riorganizzazione in corso a Iwata, da un anno a questa parte, ha prodotto il primo grande cambiamento, se non altro di mentalità. Calma e sangue freddo, insomma, ma finalmente si può coltivare la speranza che nel medio, lungo periodo la Yamaha torni a competere con Ducati e Honda anche perché questa MotoGP ne ha disperatamente bisogno.