Chaz Davies è ancora alla ricerca del feeling con la sua Ducati: la chance per fare passi avanti arriva questa settimana sul tracciato di Magny Cours. Ma guardando anche al 2020 è necessario anche che il pilota britannico cerchi di cambiare radicalmente il proprio stile di guida
L'intero weekend di Magny Cours in diretta su Sky Sport MotoGP: Gara 1 sabato alle 14, domenica Superpole Race alle 11 e Gara 2 alle 14
O subito o mai più. Sono convinto che se non è scattato l'amore dopo quasi una stagione, sarà sempre difficile trovare la sintonia con la moto. Chaz è sempre andato forte a Magny Cours: fece doppietta nel 2016, vinse l'anno dopo, mentre lo scorso anno arrivò secondo. E' una pista con staccate violente come piacciono a lui, con le varianti, con un layout stop and go. A tre gare dalla fine gli manca però ancora il feeling con la moto. Con la V4 si deve creare una buona base oggi, pensando al 2020.
Ai test di Valencia di alcuni giorni fa non si è vista una moto rivoluzionata, ma solo un nuovo forcellone, provando a indirizzare anche il set up per trovare uno standard che consenta al pilota di avere quella consistenza nel ritmo, oltre alla velocità, tipica della moto "facile", e la Panigale ancora non lo è per il suo stile. Si parla di un best lap sull'1 e 33" alto, ma non si sa quali condizioni della pista abbia trovato e quali gomme abbia usato. Lì la Superbike ha corso l'ultima volta nel 2010 e il riferimento, per darvi un'idea, resta l'1'33" e 270 di Ben Spies fatto dieci anni fa.
Se facciamo un confronto tra Bautista e Davies, si nota una differenza importante nelle prime tre tappe di campionato, Australia, Thailandia e Spagna: in gara Chaz pagava anche oltre il secondo da Alvaro. Si è avvicinato ad Assen, arrivando a circa 8 decimi, per invertire i ruoli a Imola con una Superpole da record, tornando poi a sprofondare a Jerez, dove il divario arrivò a oltre 1 secondo e mezzo. Da Misano in poi i tempi in gara sono sempre stati più vicini, a volte anche migliori di quelli del compagno (poi infortunato, ndr), ma il problema è sempre stato quello di creare una coppia pilota/moto "versatile", capace di andare forte su tutte le piste, alle diverse temperature e con varie scelte di pneumatici. Il bilancio ad oggi parla di una vittoria per Davies e 15 per Bautista. Probabilmente non basta lo sforzo di Ducati e di Luca Franzoi (il suo capotecnico, ndr), ma occorre che anche Chaz provi a cambiare radicalmente il modo di guidare, se ci si vuole dimenticare di Bautista, del bicilindrico e di questo settimo posto in campionato che è migliore solo dell'anno del debutto in SBK (nono nel 2012, ndr). Forza Chaz, adesso tocca solo a te.