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Meda-Vietti, un tour tra i campioni del passato

MotoGp

Il pilota dello Sky Racing Team VR46 ha trascorso una giornata in Dainese, immerso tra le tute dei grandi protagonisti del Motomondiale. “E’ un posto speciale, i primi ricordi che ho di Valentino risalgono al 2004, a tre-quattro anni guardavo le gare con papà”

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Un viaggio nella storia, nel passato del motociclismo tra le stanze dell’archivio Dainese. L’azienda che dal 1972 produce equipaggiamenti per i piloti e lavora, anno dopo anno, per implementarne la sicurezza. Celestino Vietti è stato assorbito da una sequenza infinita di tute che ricordano i protagonisti degli ultimi anni. Il pilota di Ciriè, fresco di “Rookie of the Year”, è rimasto ammaliato dai vecchi cimeli da pista. Due soste obbligatorie, vicino alle tute di Valentino Rossi, il suo vero idolo di sempre. “E’ veramente una stanza speciale” – ha confessato Cele nell’intervista rilasciata a Guido Meda. “I primi ricordi risalgono al 2004, quando Vale è andato in Yamaha MotoGP, Yamaha GO. Avevo tre o quattro anni, guardavo sempre le gare con papà la domenica e da lì è nato la passione, è diventato il mio idolo”.

 

La scaramanzia, i riti e la consapevolezza di seguire un certo schema mentale prima di indossare la tuta, che resta comunque un momento sacro. “Nella vita normale non sono così preciso, ma nello sport mi è sempre piaciuto avere un certo metodo di lavoro e cercare di fare sempre le stesse cose”.
Il motociclismo negli anni è cambiato tanto, grazie soprattutto all’ausilio della tecnologia, per esempio l’airbag, che ha (quanto meno) ridotto i rischi e concesso maggiore comfort al pilota. “Dobbiamo ritenerci fortunati – prosegue Vietti - per essere nati in quest’epoca perché c’è una tecnologia elevata, forse da fuori non sembra. Anche per questo, ogni anno si migliora sempre di più perché c’è quasi meno paura di cadere, ci sentiamo più protetti. Io uso il Chest (protezione toracica - ndr) lo indosso sempre. Se non lo metto mi sento strano, lo uso anche nell’allenamento della MiniGP”.