Lo spagnolo non ha mai smesso di allenarsi, nemmeno dopo il ritiro. La sua per la forma fisica è una passione oltre che un’attitudine naturale, che potrebbe venire buona se una moto dovesse tornargli tra le mani
Non stiamo parlando di un ruolo da pilota in gara. Quel capitolo ci è parso chiuso dalle prime parole che ci consegnò nel giorno del ritiro a Valencia. Fu molto chiaro parlando di un sacrosanto "bisogno di poter lottare per vincere per tenere alta la motivazione" che dovrebbe tagliare le gambe a qualsiasi ulteriore suggestione, scontrandosi peraltro con il mercato della MotoGP che è bell’e chiuso. Ma potrebbe fare dei chilometri, molti, che siano utili per lui stesso e utili per chi ha già beneficiato di lui, e alla grande, in passato.
Se effettivamente la Yamaha facesse un passo per coinvolgerlo come collaudatore nella squadra di Silvano Galbusera non sarebbe poi così sorprendente. L ’era motociclistica è quella in cui i test team attrezzati con piloti di spessore stanno diventando sempre più importanti.
Non è insomma in gara che ci immaginiamo Jorge quando dice che tornerà nel paddock e che presto avremo notizie in proposito.
Un pilota come lui nel paddock è interessante sempre, per la la tv, per gli sponsor, per chiunque abbia bisogno della sua esperienza e della sua competenza. Però, pensando a alla Yamaha, c’è proprio tutto quello che serve perché possa essere un bel gancio per far crescere ancora la propria moto su altri circuiti.
Il vero tester, veloce e di lusso. Secondo l’edizione spagnola di motorsport.com c’è del vero. Se non c’è più Folger, se non c’è Zarco e non rimangono che i collaudatori giapponesi, è assolutamente plausibile che Lin Jarvis e i suoi ci abbiano davvero fatto un pensierino.