L’amore Ducati per il mondiale SBK

Superbike

Michele Merlino

PRIMA PARTE. In collaborazione con Michele Merlino, l’uomo dei numeri, entriamo negli archivi del mondiale delle derivate di serie. Oggi parliamo della regina della SBK, la rossa di Borgo Panigale. Numeri, statistiche, curiosità di oltre 30 anni di Ducati nel mondiale delle derivate di serie

Ducati-Superbike: è stato sempre amore?

Si può dire che il mondiale Superbike non esisterebbe senza la Ducati e viceversa? Ovviamente no, non vogliamo creare polemiche, ma è un’affermazione molto vicina alla verità.Il  mondiale Superbike infatti ha aumentato la sua visibilità e popolarità in gran parte grazie alle Rosse di Borgo Panigale, che a loro volta hanno beneficiato dei successi in pista per diventare un punto di riferimento nelle supersportive di serie. In fondo, il motto del mondiale è “win on Sunday, sell on Monday”...

Partiamo dalle origini. Pronti, via: è subito Ducati

Il mondiale Superbike prende vita nel 1988: è il tentativo, riuscito, di dare una gestione unitaria alle varie gare di derivate dalla serie che, in genere, non superano i confini di una determinata area geografica. In America le Superbike erano popolari già dagli anni ‘70 con il campionato AMA, che ha dato al motomondiale diversi piloti di spessore, mentre in Europa c’era il “World TT Formula 1”, tuttavia improntato alle gare su strada e non in circuito.

 

Ecco allora l’idea di creare un mondiale, nel quale la Ducati si presenta al via con Lucchinelli, che gestisce il suo team. A Donington, gara d’apertura del neonato mondiale, Lucky è secondo nella prima gara e vincitore nella seconda. Solo in questo weekend i punti vengono assegnati per somma di tempi e Lucchinelli porta così alla vittoria la Ducati 851 alla sua prima apparizione.

Anni ‘90: modelli da leggenda e mondiali a pioggia

Nel 1990 la Ducati 888 sostituisce la 851 e diventa la moto da battere: l’americano Doug Polen nel 1991 vince la bellezza di 17 gare su 26 e domina il campionato, con un sentito grazie alle gomme Dunlop. Nel 1992 Polen si ripete, vincendo “solo” 9 gare.

La 888 prosegue la sua carriera vincente fino al 1993, collezionando in totale 69 successi: è tuttora la Ducati più vincente di sempre, ma è tempo di innovazione, e leggenda. Il nome è 916, una moto tanto spettacolare dal punto di vista estetico quanto efficace in pista. E’ con questa moto che si consolida il mito di Fogarty. Battuto da Scott Russell (Kawasaki) nel 1993, nel 1994 vince il suo primo mondiale e, sempre con la 916, fa il bis l’anno successivo.
 

Nel 1996 c’è spazio per Corser, ma la moto vincente è sempre la 916. Dopo 3 mondiali consecutivi, il progetto 916 mostra la corda nel 1997, ed il suo declino è accelerato dalla Honda, che si presenta in forze con l’accoppiata RC45 ed il campione americano John Kocinski. Ma dopo l’intermezzo del 1997, il decennio finisce con un nuovo modello e due nuovi mondiali per la Ducati. E’ la 996, che dà a Fogarty il suo terzo e quarto mondiale Con 8 titoli piloti ed 8 costruttori si può ben dire che gli anni ‘90 sono stati il “Decennio Ducati”.

Troy Bayliss

Anni '00: concorrenza e monopolio

 

Nel 2000 cambia tutto: Fogarty è costretto a lasciare l’attività agonistica per un infortunio a Phillip Island, in un anno in cui la Honda ha intrapreso una sfida epocale.

Fino a quel momento le bicilindriche di Borgo Panigale fronteggiavano le giapponesi quadricilindriche, ma la Honda decide di affrontare la Ducati sul suo stesso terreno, costruendo la VTR1000 bicilindrica.
 

Sono gli anni delle sfide Edwards (su Honda) contro Bayliss (su Ducati): 2 a 1 per l’americano, dopodiché, la Honda, e gran parte dei costruttori giapponesi, si ritira, facendo diventare il mondiale, di fatto, un monomarca Ducati.
 

Il 2003 è letteralmente un monomarca: le vittorie sono tutte targate Ducati! E’ tuttavia un esercizio puramente accademico per le bellissime 998 e 999, vista l’assenza dei rivali più quotati, che lasciano campo libero anche nel 2004.

Nel 2005 la Suzuki decide di investire pesantemente nel mondiale Superbike, si presenta con la GSX-R 1000 K5 e sbaraglia la concorrenza. Anche la Honda, schierata dal team Ten Kate, alza la testa (2007), quindi è il turno della Yamaha, con la YZF-R1 (2009). Il decennio si chiude con due titoli per la Ducati nel 2006 con la 999 e nel 2008 con la 1098, che sfrutta il cambio regolamentare, portando la cilindrata a 1200cc.