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Superbike a Jerez (Spagna): gli Up & Down del weekend

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Edoardo Vercellesi

Dai successi di Redding alla gioia di Davies, dal crollo di Lowes agli alti e bassi di Rea, passando per l’esplosione di Rinaldi, i podi Yamaha e il baratro BMW: tracciamo il bilancio del round Superbike di Jerez de la Frontera

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Tornare finalmente alle competizioni dopo il lockdown causato dalla pandemia di Coronavirus è stata la più grande gioia che gli appassionati di Superbike potessero provare. Archiviato il più importante dei risultati possiamo dunque tirare le somme del torrido fine settimana di Jerez, che ha regalato incertezza e sorprese consegnandoci un mondiale aperto, ma che ha anche delineato in maniera più chiara i valori in campo. Limitandoci come sempre a tre nomi per categoria, vediamo quindi chi sale e chi scende nell’appuntamento andaluso.

UP

Aruba Ducati – Il ritorno alle competizioni è trionfale per la formazione di Borgo Panigale. Scott Redding porta a casa la pole position, due vittorie e la leadership del mondiale con ventiquattro punti di vantaggio su Jonathan Rea, confermando i progressi mostrati nei test di Misano e Barcellona. Chaz Davies impressiona per la rapidità e la costanza del proprio passo gara e domenica archivia un podio che sa di

rinascita. Il suo feeling con la Panigale V4R potrebbe essere finalmente arrivato: il team ufficiale Ducati può sorridere da entrambi i lati del box.

 

Michael Ruben Rinaldi – Dopo lo spauracchio nelle FP1, dove un problema ai freni alla staccata di curva 6 lo costringe a gettarsi giù dalla moto per evitare guai peggiori, il pilota del team GoEleven rimette in piedi il proprio weekend con il miglior tempo nelle seconde libere e concretizza gli ottimi segnali dati nei test. Il sesto posto di Gara 1 è un gran risultato, ma paradossalmente non rende giustizia alla velocità di Michael, che in Gara 2 stupisce il mondo regolando Rea e chiudendo quarto. Attenzione, perché il giovane Rinaldi punta a diventare un big della categoria.

 

Marco Melandri – Rientrare nel mondiale con così pochi chilometri all’attivo sulla propria moto non è certamente facile, figuriamoci in un weekend fisicamente impegnativo come quello di Jerez. A 38 anni, però, Marco si dimostra ancora in forma smagliante e ottiene un ottavo e un nono posto nelle due gare lunghe, mettendo in campo un passo più che dignitoso e finendo davanti a diversi piloti ufficiali. C’è sicuramente ancora margine di miglioramento, specialmente sul giro secco, ma a Jerez Melandri risulta parte integrante della festa Ducati.

DOWN

 

Kawasaki – A seguito del trionfale esordio a Phillip Island, ci si chiedeva se Alex Lowes potesse essere un serio pretendente al titolo. Jerez ha rivelato però le difficoltà del pilota inglese, evanescente per quasi tutto il weekend, fatto salvo per il discreto quinto posto di Gara 2 nella quale termina davanti al compagno di squadra Rea. Quanto al campione del mondo, il grande lavoro fatto nel caldo di Misano e Barcellona non è bastato per scongiurare problemi di bilanciamento e feeling con l’anteriore che gli hanno tarpato le ali. La sesta posizione di domenica pomeriggio è un risultato anomalo per un pilota che ci ha abituati fin troppo bene, ma anche in un fine settimana così tosto Rea può gioire per il secondo posto di Gara 1 e, soprattutto, per la novantesima vittoria in carriera ottenuta in Superpole Race.

 

Yamaha – Alti e bassi, per davvero. Nel complesso la tappa di Jerez è indubbiamente positiva per il colori della casa di Iwata, a podio in tutte le gare grazie ai terzi posti di Toprak Razgatlioglu (nelle due gare lunghe) e Michael Van Der Mark (nella Superpole Race). La bontà della moto è poi testimoniata dal buon weekend di Loris Baz, sempre a ridosso dei primi nonostante la caduta di Gara 2. I problemi tecnici che hanno colpito tutti e tre i piloti citati, però, gettano un’ombra sull’affidabilità della R1 2020, a cui peraltro continua prepotentemente a mancare velocità di punta. Il grande caldo previsto anche per le prossime gare di Portimao e Aragon creerà ulteriori grattacapi?

 

BMW – La buona prestazione di Sykes, terzo in superpole, è l’unico acuto di un copione ormai standard. L’inglese aggiunge sul tabellino un sesto posto nella gara sprint, ma per il resto il bilancio di BMW è desolante. Un problema tecnico in Gara 1 e una Gara 2 incolore per il #66, due buone partenze per Laverty che poi regolarmente sprofonda in classifica, complice anche un’escursione in ghiaia domenica pomeriggio. Attualmente, il progetto della casa bavarese fatica a stare in top-10 e chissà se l’innesto di Van Der Mark per il 2021 potrà migliorare la situazione.