La MotoGP riabbraccia Pedrosa, lezione di guida a Jerez

3° tempo
Paolo Lorenzi

Paolo Lorenzi

Il paddock applaude un super Dani Pedrosa, capace di firmare il miglior tempo delle Libere 1 a Jerez e di chiudere il venerdì al 3° posto della combinata. Il 37enne pilota spagnolo, collaudatore Ktm e in pista con una wild card in questo weekend, ha dato una vera e propria lezione di guida. E forse Honda inizia a pentirsi di esserselo lasciato scappare...

GP JEREZ, LA GARA DELLA MOTOGP LIVE

Il maestro è tornato per un’altra lezione di guida (non richiesta). Pedrosa con il primo tempo del mattino di Jerez, e il terzo nella combinata, ha strappato anche l’applauso di tutto il paddock, che da sempre lo reputa tra i migliori interpreti della Motogp. Quando lo spagnolo correva ancora nel mondiale, contro Rossi, Marquez e Lorenzo che, per la cronaca, mise tutti in fila proprio a Jerez nel 2017, Loris Capirossi, ormai diventato commentatore, lo ripeteva spesso: "Voi non potete capire (voi terrestri, quelli seduti davanti al televisore) quanto sia stilisticamente perfetto Pedrosa". Lui è l‘esempio migliore, continuava l’ex pilota Ducati e Suzuki, di come si guida una Motogp. La classe non svanisce col tempo, a quanto pare, anche se dietro l’exploit di Jerez c’è un piccolo segreto: Dani aveva girato sulla pista spagnola, tre settimane prima, come collaudatore Ktm, la sua attuale occupazione. Pedrosa talvolta scende in gara come tester di lusso per provare le novità della casa austriaca, prima che passino a Miller e Binder (finiti alle sue spalle, per ora). Nessuno s’aspettava di vederlo primeggiare su piloti ben più allenati e motivati, gente che lotta per vincere ogni domenica. Forse resterà un caso isolato, ma il talento non ha scadenza, come l’affetto per un campione della vecchia guardia. Gliel’hanno dimostrato i fan che l’inseguivano nel box per strappargli un autografo, un selfie, una stretta di mano. "Ho sentito molta gente contenta di vedermi qui, sento tanto l’affetto del pubblico", ha detto Pedrosa, emozionato e felice. Ai tempi in cui correva per la Honda era considerato anche un grande sviluppatore, pilota sensibile, bravo a indicare la strada ai tecnici. 

Pedrosa e il lavoro di sviluppo per Ktm

La Honda l’ha lasciato andare via, quasi con sollievo, e lui si è accasato alla Ktm che, anche grazie ai suoi preziosi consigli, ha potuto accelerare lo sviluppo della sua Motogp. "Abbiamo fatto un passo avanti importante quest’anno - ha raccontato lo spagnolo - soprattutto con il motore. Lavoriamo molto sull’aerodinamica, sul telaio e sulla ciclistica, ancora migliorabili", ha spiegato a chi gli chiedeva un’opinione sulla RC16. Lo ha detto con la semplicità con cui ha sempre affrontato il suo mestiere di pilota. Con un mezzo sorriso soddisfatto e quasi intimidito dal clamore suscitato dal suo rientro. Che forse ha acceso un pensiero nella testa di chi ha rinunciato troppo presto alla sua esperienza, alla sua classe, al suo talento.