Anthony Gobert è morto a 48 anni, Superbike e Motomondiale in lutto
motoriCi lascia uno dei piloti più controversi e allo stesso tempo talentuosi degli ultimi 30 anni del motorsport. Anthony Gobert è morto a 48 anni a causa di una grave malattia che in poco tempo lo ha portato via. Lo ha annunciato la madre Suzanne su Facebook: "Purtroppo era vittima di una dipendenza, ma ha sempre avuto un cuore gentile e si prendeva cura di tutti". Tra il 1994 e il 2006 l'australiano ha scritto pagine indimenticabili tra il Mondiale 500, la Superbike e la 8 Ore di Suzuka
Genio e sregolatezza. Anthony Gobert, pilota australiano considerato da molti uno dei più grandi talenti naturali nella storia del motociclismo, è morto a 48 anni dopo una grave malattia. Era un pilota poliedrico dotato di una classe pura che riusciva ad abbinare a campionati differenti. Dalla velocità al motocross, ha entusiasmato i tifosi in contesti molto diversi: dal 1994 al 2006 ha corso nel Motomondiale, in Superbike e nella 8 Ore di Suzuka. In totale ha raccolto 8 vittorie in Superbike, quasi tutte con la Kawasaki, moto con cui è riuscito a chiudere al 4° posto nel campionato 1995 (il suo miglior risultato in carriera).
L'impresa a Phillip Island con la Bimota nel 2000
Quello che resterà per sempre di Gobert non è tanto il numero dei suoi successi, ma la classe che riusciva a esprimere in pista. Un talento dal grande potenziale, forse mai davvero espresso a pieno, anche per via di alcuni episodi negativi. Tra il 1997 e il 1998 subì due squalifiche per doping a causa di alcuni problemi con la droga. Dopo aver scontato la pena sportiva, riuscì a tornare nel 1999, vincendo anche una gara in Superbike a Laguna Seca in sella alla Ducati. Nel 2000 realizzò una grande impresa sportiva sul bagnato a Phillip Island, il suo circuito di casa: portò la Bimota alla vittoria in gara 1 dopo 11 anni, tra l’altro con un vantaggio notevole sul campione del mondo Carl Fogarty (29 secondi).
La madre: "Sono molto orgogliosa di mio figlio"
Gli anni 2000 non sorridono a Gobert, inizia un lento declino che lo porterà lontano dai circuiti, a causa di alcuni episodi che non riguardano il motorsport. Viene coinvolto in vicende giudiziarie, soffre di problemi di dipendenza dalla droga, finisce in un tunnel da cui prova comunque a uscire, seppur con qualche difficoltà. Fino alla recente malattia, vissuta con la famiglia accanto per sostenerlo nei suoi ultimi giorni. Ed è proprio dalla madre Suzanne Gobert che arriva mercoledì 17 gennaio il post su Facebook con l’annuncio della morte del figlio Anthony: "Mi si spezza il cuore mentre scrivo questo post, perché il mio bellissimo figlio primogenito Anthony è morto. L'ho amato dal primo momento in cui è nato, fino al giorno della sua morte. A volte era a dir poco impegnativo, ma ha sempre avuto un cuore gentile e si prendeva cura di tutti. Purtroppo era vittima di una dipendenza che è profondamente radicata nelle famiglie di oggi. Ha provato molte volte a stare meglio, ma non ci è riuscito del tutto. Sono molto orgogliosa di lui e ringrazio tutte quelle brave persone che hanno fatto qualcosa per lui. Tu sai chi sei", conclude la madre, rivolgendosi idealmente al proprio figlio.