Giacomo Agostini: 15 curiosità sul campionissimo nel giorno del suo 81° compleanno
In occasione dei suoi 81 anni, ripercorriamo la favola di Giacomo Agostini: 15 storie - come i 15 Mondiali vinti da 'Ago', recordman assoluto - scelte da Paolo Beltramo per raccontare una leggenda del motociclismo
1 - Il primo mezzo a due ruote di Mino fu un ciclomotore a rullo, color verde pisello, che arrivava a sfiorare i 30 kmh di velocità massima! Eppure già su quella sella sognava e si sentiva un pilota. La prima gara alla quale partecipò fu una gimkana tra i birilli e arrivò secondo. Quella dopo la vinse e si convinse sempre più che quella del pilota sarebbe stata la sua strada...
2 - Cosa lo abbia spinto ad appassionarsi così decisamente alle corse non lo sa dire neppure lui. Probabilmente è nato avendo questa passione nei geni nonostante la disapprovazione del padre e l’assenza di modelli, miti, amici, parenti a fare da ispirazione. Non sognava di laurearsi (che per correre non sarebbe servito a nulla), voleva fare il pilota di moto e basta. Faceva bene.
3 - Pur di riuscire correre, visto che a quei tempi serviva il permesso paterno (con firma dal notaio), Ago giocò su un equivoco tra motocicletta e bicicletta e la firma arrivò. Una volta avutala l’unico obiettivo fu quello di cominciare con le gare in salita, cosa normale per quegli anni.
4 - Al compimento dei 18 anni il padre regalò a Giacomo un’Alfa Romeo Giulietta Spider rossa, bellissima, con l’accompagnamento della frase “questa ha il motore davanti, così, nel caso ti protegge”. Ma la Giulietta convinse un meccanico amico suo a fornirgli a rate una Moto-Morini Settebello 175cc col quale nel 1962 vinse ben otto gare in salita.
5 - La sua moto era completamente di serie tanto che una volta si accorse di avere ancora i ferri sotto la sella. Soltanto più tardi cominciò a lavorare sulla moto sostituendo i cerchi in acciaio con altri in alluminio, migliorando i freni e altri particolari. Così cominciò anche a vincere gare su circuiti cittadini oltre a altre numerose corse in salita. Nel '63 per la prima volta fu Campione Italiano 175 sia su pista, sia in salita.
6 - Nel 1964 lo volle la Morini ufficiale che gli fornì la sua 250 ufficiale e il primo contratto da professionista per una cifra di circa 200.000 lire al mese. Il risultato fu la vittoria del campionato italiano Senior con 7 successi.
7 - Nel 1965 Agostini passò alla MV Agusta e il suo primo incontro col Conte Agusta fu una lunga attesa di oltre 6 ore. Ricevuto alle 10 di sera, venne trattato con una certa durezza, un modo per mettere alla prova il suo carattere e la sua determinazione e gli fu prospettato per l'indomani un test, a Monza dove, sul rettilineo, c'erano dei birilli che Mino doveva evitare. Test superato anche grazie alla spinta di Arturo Magni, poi suo inseparabile meccanico. Quell'anno perse il titolo 500 per la rottura della catena mentre era in testa alla gara e al campionato.
8 - In 7 pagine che Agostini conserva ci sono i dati su tutte le sue vittorie e i campionati conquistati: si tratta di 313 gare vinte, 123 nel motomondiale, 18 titoli italiani e 15 mondiali. E scusate se è poco!
9 - Per lungo tempo ad Agostini vennero attribuite 122 vittorie mondiali. L’ennesima fu aggiunta grazie alla segnalazione di alcuni suoi fan che gli ricordarono che si doveva conteggiare anche quella ottenuta nella Formula 750, che all’epoca aveva validità mondiale.
10 - Durante la sua carriera da pilota, Giacomo non ha mai voluto sposarsi, né avere figli, conscio della enorme pericolosità delle corse alla sua epoca. Il suo approccio è infatti sempre stato scientifico, pignolo, assoluto: era una sorta di difesa preventiva perché col solo coraggio si rischiava troppo.
11 - Il suo approccio razionale e scientifico alle corse lo dimostra benissimo il Tourist Trophy dell’isola di Man. Un tracciato stradale di oltre 60 km dove per vincere e non morire dovevi conoscere ogni curva a memoria insieme alle condizioni dell’asfalto, degli avvallamenti e così via. Dopo la prima esperienza, un’estate andò in macchina sull’isola della Manica e si fermò per 12 giorni per imparare il tracciato: dalle 9 a mezzogiorno di mattina e dalla 14 alle 18 al pomeriggio con una Triumph noleggiata. Ne ha vinti 10.
12 - Ai suoi tempi gli incidenti mortali erano quasi la norma. La sua peggiore esperienza fu a Spa-Francorchamps, quando passò tra la testa e il corpo di un pilota. Dopo un’ora le prove ripresero come nulla fosse successo. D'altronde, una volta i piloti puntavano a indossare delle tute leggerissime, che pesavano - mediamente - 900 grammi: erano consapevoli che anche utilizzando la più resistente alle cadute, si sarebbero comunque fatti male. Se pensiamo che oggi - proprio perché accessoriate di ogni tipo di protezione - pesano 9 chili...
13 - Agostini fu uno dei fautori del boicottaggio del Tourist Trophy dopo l’incidente che nel 1972 si prese Gilberto Parlotti, un suo amico. La sua motivazione, assolutamente condivisibile, fu che non poteva essere obbligatorio andarci perché era una gara che assegnava punti mondiali. Chi voleva poteva andarci, ma senza quella sorta di obbligo.
14 - Dopo il ritiro, Agostini è stato anche un team manager di successo con una squadra che faceva correre Yamaha ufficiali. Fu durante questa esperienza che, a Jerez, conobbe Maria, una splendida ragazza spagnola che divenne la sua sposa e la madre dei suoi figli. L'amore per Maria si è poco alla volta trasformato in un sempre più profondo amore per la Spagna e l’Andalusia, dove possiede una meravigliosa tenuta che, ogni anno, in concomitanza con la gara di Jerez, condivide con amici e giornalisti organizzando una meravigliosa cena con Flamengo dal vivo.
15 - La primogenita di Agostini fu chiamata Vittoria grazie ad un suggerimento di Nico Cereghini che davanti ai suoi dubbi gli disse che uno come lui non poteva che chiamarla così. Il figlio, invece non si chiama Primo come forse avete pensato, ma Giacomino.