Bagnaia, il vincente della porta accanto

MotoGp
Francesco Bagnaia sul gradino più alto del podio a Misano
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IL PROFILO. Il pilota dello Sky Racing Team VR46 trionfa a Misano e culla il sogno mondiale. Ma chi è veramente Pecco, con quel faccino da ragazzo della porta accanto e quella solida determinazione che lo ha portato a vincere, fino ad ora, 6 GP in questa stagione...

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Lo Sky Racing Team VR46

Vince da dominatore, con fughe in solitaria, in un duello all'ultima staccata così come nella bagarre e nelle gare di gruppo. Un poliedrico vincente, Francesco Bagnaia, camaleontico nel sapersi adattare alla situazione del momento, lavorando sempre alla prospettiva. Da promessa del motociclismo al diventare un vincente è il compimento di un percorso coadiuvato dalla più congeniale metodologia di lavoro, con lo spirito giusto, con il carattere per affrontare ogni sfida con testa, cuore e determinazione. I risultati ottenuti quest'anno da 'Pecco' non sono frutto del caso: non sarebbe nello stile del ventunenne pilota chivassese, con lavoro e impegno ora deciso a cullare il sogno mondiale.

Passione di famiglia

Non è una casualità che Bagnaia sia diventato un pilota professionista. La passione per le due ruote, trasmessagli dal padre e dallo zio (Ducatista...), lo hanno portato sin da giovanissimo a disputare le prime gare di motociclismo. Gli inizi nel Minicross, ma la pista e la Velocità erano il suo territorio: con le Minimoto le prime vittorie, con le MiniGP il primo titolo europeo nel 2009. Con qualche trofeo in bacheca 'Pecco', come veniva chiamato dalla sorella Carola da piccino per difficoltà di pronunciare Francesco, già nel 2010 intrapresa la sua prima di tante sfide.

Precursore

Se vogliamo Bagnaia è stato un precursore di una consuetudine ormai standardizzata tra i giovani piloti della Velocità: andare a correre in Spagna. Un'esperienza per acquisire un metodo di lavoro utile per crescere di gara in gara, stagione dopo stagione, confrontandosi in una realtà inedita ed in un ambiente professionale. Lo trova con il Monlau Competicion di Emilio Alzamora e diventa un grande protagonista del CEV: nel 2011, da rookie, lotta ad armi pari con i più esperti Alex Marquez e Alex Rins, conquistando una memorabile vittoria ad Albacete. Nel 2012, con il passaggio dalle 125cc 2 tempi alle 250cc 4 tempi Moto3, si ritrova in corsa per il titolo: un problema tecnico e due cadute precludono questa possibilità, ma si fa notare eccome anche da addetti ai lavori del Motomondiale.

Le difficoltà per fortificare il carattere

Nel palcoscenico iridato debutta nel 2013 con il Team Italia, ma vive una stagione completamente da dimenticare. Un'esperienza difficile, servita a crescere e fortificare il proprio carattere insieme a chi crede in lui. Come la VR46 Riders Academy di Valentino Rossi che lo vuole tra le proprie file per il debutto dello Sky Racing Team VR46 nel Mondiale Moto3 2014: si mette in mostra in qualche gara, sfiora il podio a Le Mans, ma non è ancora il momento per esplodere agonisticamente. Questione di tempo.

 

L'esplosione agonistica

Restando sempre nella famiglia VR46 (e con i loghi Sky sulla tuta), nel 2015 passa al team Aspar e con una Mahindra poco competitiva fa miracoli e festeggia il primo podio mondiale proprio a Le Mans. Base di partenza per rendersi protagonista di un memorabile 2016: tutt'uno con la squadra vince 2 gare (Assen e Sepang), lotta fino all'ultimo per la top-3 di campionato ottenendo risultati senza precedenti per la Mahindra nel Motomondiale. Arrivano offerte praticamente da tutti i team Moto2 e Moto3, prova persino la Ducati Desmosedici GP14.2 MotoGP in un test-premio a Valencia, ma Pecco decide di tornare "a casa", con lo Sky Racing Team VR46 per il debutto in Moto2. Quattro podi, il quinto posto mondiale e risultati di rilievo lo incoronano "Rookie of the Year" (primo italiano nella storia), ponendo le basi per l'assalto al titolo iridato 2018. Bagnaia, che per definizione e filosofia di vita non lascia mai nulla di intentato, non tradisce le aspettative riposte in lui con la vittoria al primo GP in Qatar per poi ripetersi ad Austin, Le Mans, Assen, Spielberg e l'affermazione più attesa a Misano Adriatico. Davanti al pubblico amico, per una vittoria da assoluto ed indiscusso dominatore, ma senza mai abbassare la guardia: non è nel suo carattere, basato sul rispetto degli avversari, educazione e sul lavoro continuo. La missione-mondiale non è ancora stata compiuta...