IndyCar, GP Alabama: McLaughlin e Penske non fanno sconti, vittoria nel caos di Barber

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Matteo Pittaccio

FOTO da: Team Penske - X
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Alle accuse il Team Penske replica con una strepitosa doppietta nel GP dell’Alabama. McLaughlin torna al successo precedendo Will Power, primo podio per Lundqvist. Ottimo esordio per Luca Ghiotto, male Dixon, Newgarden e O’Ward

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Il Team Penske risponde alle polemiche piazzando una strepitosa doppietta nel GP dell’Alabama della IndyCar, vinto da Scott McLaughlin davanti a Will Power, partiti in prima fila e rimasti in testa alla corsa nonostante i numerosi ingressi in pista della Pace Car. La pressione scaturita dalle accuse dei giorni precedenti, dovute alle sanzioni che hanno colpito un Team Penske reo di aver violato le regole del Push-to-Pass, non ha preso in contropiede la squadra del Capitano: Scott McLaughlin, a soli 5 punti dopo la squalifica di St. Pete e il ritiro di Long Beach, ha portato così a casa la quinta affermazione della carriera, esattamente ad un anno dall’ultimo successo (ottenuto proprio a Barber), mentre Will Power ha artigliato il 100° podio, messo a rischio da un lungo in curva 5. Sul traguardo i due portacolori Penske hanno preceduto un sorprendente Linus Lundqvist, eccezionale nell’ottimizzare la strategia di Chip Ganassi Racing e in grado di conquistare il primo podio della carriera nella stagione del debutto.

Penske ha sì convertito la prima fila della qualifica in doppietta, ma i 90 giri in Alabama sono stati tutt’altro che lineari. Ben quattro le caution, la prima provocata al 6° giro dal contatto tra Pato O’Ward e Pietro Fittipaldi in curva 12. Il brasiliano del Team Rahal è stato spedito fuori pista da O’Ward, impegnato a recuperare da un precedente errore in curva 5, con Fittipaldi costretto al ritiro e Pato obbligato a scontare un Drive Through. Qualche pilota, tra cui Lundqvist e Ferrucci, ha sfruttato la neutralizzazione per effettuare la prima sosta, ma un altro scossone è arrivato al giro 44, quando la gara di Arrow McLaren ha preso una piega ancor peggiore. Completata la sosta, Alexander Rossi ha perso la ruota posteriore sinistra, non avvitata correttamente, costringendo la direzione gara ad un ulteriore intervento della Pace Car. In questa fase il Team Penske ha richiamato ai box sia McLaughlin sia Power, che hanno così optato per le tre soste, mentre Palou, Herta e Armstrong hanno continuato scegliendo un programma a due pit stop, sperando di guadagnare tempo rispetti al duo Penske, costretto a districarsi nel traffico. 

Tuttavia, la caution del giro 55, causata dall’incidente di Sting Ray Robb in curva 1, ha prosciugato il vantaggio di Palou, fornendo a McLaughlin, Power e a tutti i piloti sulle tre soste l’assist per chiudere il gap e spingere. In tutto questo, proprio McLaughlin è stato protagonista di un episodio singolare: Georgina, manichino appeso in curva 8 e voluto da George Barber (proprietario della pista), è caduta a bordo pista, venendo colpita all’altezza del braccio sinistro da McLaughlin, che ha poi proseguito senza problemi la corsa.

Una volta ripartita la gara il neozelandese si è ritrovato alle spalle di Ferrucci e Lundqvist, sulla stessa strategia dei Penske. Quando i due si sono fermati ai box McLaughlin ha trovato campo libero per spingere, così come Power, riuscendo a mettere tra sé e Palou, il primo pilota in classifica su due soste, più di 30 secondi. Completata l’ultima sosta sia McLaughlin sia Power hanno mantenuto il primo e secondo posto, mentre Lundqvist ha regalato spettacolo superando nell’ordine Armstrong, Herta, Lundgaard, Rosenqvist e Palou, conquistando con autorità la terza posizione. Anche Ferrucci ha avuto modo di farsi notare, regalando ad A. J. Foyt Racing uno splendido settimo posto.

Prima della fine, però, non sono mancati altri colpi di scena. All’altezza di curva 13 Christian Rasmussen ha perso il posteriore, evitando sì le barriere ma fermandosi in pista. Pochi metri più dietro Luca Ghiotto, al debutto in IndyCar, ha commesso la stessa sbavatura, salvandosi con un magnifico quanto spaventoso controsterzo. Tutto questo a cinque giri dalla chiusura della corsa, ripartita a due passaggi dalla bandiera a scacchi. In quel momento McLaughlin, Power e Lundqvist hanno mantenuto le posizioni, mentre Palou, in pista con le gomme dure, si è dovuto piegare all’attacco di Rosenqvist, bravo a sfruttare le morbide per conquistare la quarta posizione.

Tra i grandi delusi di Barber menzioniamo Scott Dixon, 15°, fuori pista in curva 5 dopo aver sfiorato il tamponamento su Graham Rahal, dinamica molto simile a quella di O’Ward e Lundgaard. Ciò permette a Colton Herta, ottavo, di salire in testa alla classifica piloti con 1 punto di vantaggio su Power e 3 su Palou. GP amaro anche per Josef Newgarden, 16°, toccatosi con Armstrong e da quel momento mai della partita, così come per Marcus Ericsson, solamente 18°. Ancor peggiore la situazione in Arrow McLaren: O’Ward non va oltre il 23° posto dopo varie uscite di pista e contatti, tra cui quello con il compagno Pourchaire (22°) nel finale di gara.

Chiudiamo menzionando il grande debutto di Luca Ghiotto, che non si è privato di qualche brivido nella gara d’esordio. L’italiano, in corsa con Dale Coyne, ha ottenuto un buon 21° posto, risultato degno di nota considerando la totale assenza di test prima del weekend di gara. 

La IndyCar tornerà in pista a Indianapolis per il GP nel circuito permanente, live sabato 11 maggio su Sky Sport.