Il proprietario Vivek Ranadive avrebbe chiesto ai Philadelphia 76ers il permesso di parlare con il loro ex GM. Nonostante la smentita ufficiale, Vlade Divac potrebbe essere alla fine della sua carriera dirigenziale
In un modo o nell’altro, i Sacramento Kings riescono sempre a essere al centro delle discussioni - anche quando non vogliono. Invece di concentrare le attenzioni sul campo, dove dopo 12 sconfitte in 14 partite sono finalmente riusciti a vincerne due in fila, è ancora una volta la gestione della franchigia californiana a far parlare di sé. Due diversi report di The Vertical e ESPN raccontano infatti che il proprietario Vivek Ranadive sia alla ricerca di una nuova guida per la propria dirigenza, cercando una nuova “figura di rappresentanza” da mettere a capo di Vlade Divac, attuale vice presidente della squadra, chiedendo l’autorizzazione ai Philadelphia 76ers per parlare con il loro ex GM Sam Hinkie. Sacramento, attraverso un comunicato ufficiale, ha negato la notizia dicendo che “I Kings non stanno assumendo Sam Hinkie e non hanno alcun programma per portare nessuno da mettere sopra Vlade”, ma lo stesso Adrian Wojnarowski li ha smentiti nello stesso tweet in cui ha condiviso il comunicato. Come a dire: anche se dicono di no, la realtà è che stanno cercando qualcun altro.
Divisivo — ESPN è stata la prima a scrivere che i Kings hanno contattato la proprietà dei Sixers, nella figura di Josh Harris, per chiedere il permesso di parlare con Hinkie. Il GM che ha scelto Joel Embiid infatti ha una clausola di non-competizione fino alla fine di questa stagione, dopo aver lasciato la franchigia di Philadelphia nell’aprile del 2016 con una celeberrima lettera di 13 pagine che ne hanno alimentato, allo stesso tempo, la figura semi-mitologica e odiata da chi lo considera una disgrazia per la NBA. Poche figure infatti sono state divisive quanto l’ex GM di Philly, che nei tre anni alla guida della franchigia ha dato vita a uno degli esperimenti di tanking più profondi mai visti nella NBA, il cosiddetto “Process”, volto a raccogliere il maggior numero di scelte possibili al Draft per arrivare a costruire una squadra da titolo sul lunghissimo periodo. Non è noto però se Hinkie, che nell’ultimo anno ha vissuto nella Silicon Valley tenendo corsi a Stanford e rimanendo lontano dalla NBA, sia così interessato a tornare nel giro — e soprattutto se lo voglia fare in un contesto disfunzionale come quello dei Kings. Una squadra di cui lui stesso ha compromesso il futuro, visto che Sacramento dovrà cedere a Philadelphia la scelta di quest’anno (attraverso uno scambio se finirà sopra quella dei Sixers) e quella senza protezioni del 2019 per via di uno scambio orchestrato proprio da Hinkie appena Divac aveva preso possesso della dirigenza a Sacramento. Curioso che proprio la stessa squadra ora lo voglia assumere per raddrizzare la barca allo sbando.
La storia si ripete — Se davvero si concretizzasse la retrocessione di Divac a un ruolo minore — si vocifera come connessione tra spogliatoio e dirigenza — sarebbe l’ennesimo colpo di scena per una delle franchigie più disfunzionali di tutta la NBA, che sta cercando di trovare la giusta direzione dopo essersi separata da DeMarcus Cousins nella scorsa deadline del mercato. I Kings avevano assunto una figura rispettata come quella di Ken Catanella come assistente GM per Divac, ma dai report di The Vertical pare che questo aiuto non sia stato del tutto accettato dalla leggenda dei Kings, portando il proprietario Ranadive a farsi delle domande sull’operato del suo capo del front office — complice anche il pacchetto non esattamente irrinunciabile ricevuto per Cousins. Una situazione intricata ma non senza precedenti, visto che lo stesso Divac era stato assunto due anni fa soppiantando il GM Pete D’Alessandro, che dopo un periodo di transizione aveva abbandonato la franchigia per tornare a Denver. Nonostante la smentita sia arrivata piuttosto in fretta, la realtà della richiesta di colloquio ai Sixers (che pare sia stata fatta anche da un’altra franchigia il cui nome non è stato rivelato) rimane: ci sarà un nuovo terremoto in casa Sacramento Kings?