NBA, addio Chicago: Dwyane Wade risolve il contratto e torna free agent
NBAIl tre volte campione NBA e i Bulls hanno raggiunto l'accordo per risolvere il suo contratto. L'ex Heat ora torna sul mercato come free agent e si è preso del tempo per decidere la sua prossima destinazione, con Cleveland che però sembra favorita
“Un sogno realizzato, grazie Chicago!”. Così Dwyane Wade ha salutato i Chicago Bulls dopo aver raggiunto l’accordo per il buyout, che gli permette di “risolvere” il suo accordo con la franchigia e diventare di nuovo free agent a pochi giorni dall’inizio dei training camp. La notizia, riportata da Adrian Wojnarowski di ESPN, è che il tre volte campione NBA ha dovuto lasciare sul tavolo almeno 8 dei 23.8 milioni previsti dal suo ultimo anno di contratto con i Bulls, “pagando” quindi la libertà di potersi scegliere la sua prossima squadra e di non sottoporsi a un prolungato periodo di stallo in cui sarebbe diventato difficile gestire un matrimonio che evidente non s’aveva da fare. “Essendo vicino ai 36 anni, mi è sembrato il momento giusto per competere per un titolo. Quando sono arrivato, ho detto subito che era sempre stato un mio sogno giocare a Chicago, e aver avuto questa opportunità è stato speciale” ha dichiarato Wade in un’intervista telefonica al Chicago Tribune. “Il nostro obiettivo era quello di riportare questa franchigia alla rispettabilità, e siamo andati ai playoff. Poi l’organizzazione ha deciso di andare in un’altra direzione, cosa che rispetto, ma di cui non volevo fare parte a questo punto della mia carriera. I giovani hanno bisogno di opportunità e tempo per fare errori, imparare e crescere: non hanno bisogno di un vecchio come me che rimanga qui in giro”.
Il rapporto deteriorato con i giovani e il rimpianto per i playoff
Proprio i giovani nel roster dei Bulls, specialmente dopo l’addio di Jimmy Butler, sono uno dei motivi che hanno spinto Wade ad andarsene: “Tutti mi hanno trattato bene. Ovviamente abbiamo avuto quella situazione in cui Jimmy e io abbiamo deciso di andare davanti ai media e dire le cose che abbiamo detto [criticando aspramente i giovani che non si impegnavano abbastanza, ndr]. L’organizzazione ha reagito nel modo in cui doveva fare per dimostrare che non avrebbero accettato situazioni del genere”. Quell’episodio, come riportato da ESPN, ha creato una frattura insanabile tra il veterano e gli altri del gruppo, specialmente quelli con meno esperienza, che gli imputavano lo scarso impegno negli allenamenti (spesso saltati dal 35enne Wade), avvicinandosi sempre di più a Rajon Rondo che invece aveva preso le loro difese. Da quel momento in poi Wade si è isolato sempre più dal gruppo avvicinandosi a Jimmy Butler, con cui ha creato un legame fortissimo e la cui partenza ha rappresentato inevitabilmente la fine del matrimonio tra il nativo di Chicago e i Bulls, visto che Butler era stato il motivo per cui era andato in Illinois. “Capisco la lega, ormai sono in giro da un po’ di tempo. La cosa che mi ha sorpreso è che quando ho chiesto a Jimmy della sua conversazione con loro, non sembrava che volessero andare in quella direzione. In più, hai uno dei primi cinque o sei della lega: è esattamente quello che vuoi avere e sei stato bravo a costruirtelo in casa. Ero un po’ deluso perché comunque eravamo sopra 2-0 contro Boston in trasferta quando si è fatto male Rondo: non fosse successo, staremmo parlando a qualcosa di diverso”.
Lo scontro Hoiberg-Butler e il futuro di Wade
Wade, poi, è tornato su uno dei temi cardine della stagione dei Bulls, la convivenza difficile tra il coach Fred Hoiberg e Jimmy Butler: “La dirigenza non mi ha mai detto che Jimmy fosse incedibile. Hanno condiviso con me la loro opinione sulla possibilità di lasciare aperto uno scenario di trade, che è la cosa giusta da fare. Anche se sono un giocatore, cerco sempre di vedere le cose anche dall’altra parte: per me o supporti un allenatore come Fred [Hoiberg] e gli costruisci una squadra con cui può avere successo, oppure supporti Jimmy. E lasciatemi dire questo: tantissime persone hanno criticato Hoiberg, ma non penso che avrebbero dovuto farlo. Non ha avuto la possibilità per cui aveva firmato inizialmente e spero che gli diano una squadra che si incastri bene con la sua personalità e il suo stile di gioco. Lui e i suoi assistenti sono stati fantastici con me: lo apprezzo molto”. Sentimento esteso anche ai membri della dirigenza e della proprietà, per cui ha avuto solo parole al miele: “Sin dal giorno in cui ho firmato tutti quanti si sono comportati bene con me, non ho nulla di cui lamentarmi: i proprietari e le loro mogli ci hanno accolti a braccia aperte e gli sono molto grato, perché mi hanno permesso di vivere questo mio sogno. Nel profondo del mio cuore, sarò per sempre un tifoso dei Bulls come quando ero ragazzino: li guarderò e li tiferò sempre”. E ora, quale sarà la sua prossima destinazione? Di squadre interessate ce ne sono molte, da Cleveland a San Antonio passando per Oklahoma City, Los Angeles sponda Lakers e un romanticissimo ritorno a Miami (tutti scenari dettagliati qui), ma per ora Wade non ha deciso nulla: “Non ho potuto parlare con nessuna squadra, ma ho una lista di posti a cui darò un occhio. Il mio telefono squilla in continuazione: la cosa più importante per me è trovare il ruolo giusto. Sento di poter ancora giocare”. Vedremo nei prossimi giorni quale sarà la sua decisione, visto che all'Associated Press ha dichiarato che si prenderà giusto qualche tempo per parlare con le squadre e fare la sua scelta.