
Nuove maglie, nuova dirigenza, nuovo roster dopo l'addio a Paul George, ma senza una chiara direzione: gli Indiana Pacers sono una delle squadre più difficili da decifrare di tutta la lega e la stagione 2017-18 dovrà dare diverse risposte sulle loro reali potenzialità

Finita l'era Paul George, gli Indiana Pacers provano a ripartire da Myles Turner e Victor Oladipo, nuovi volti della ricostruzione della squadra di coach Nate McMillan e del GM Kevin Pritchard

DARREN COLLISON | Firmato in estate con un biennale da 20 milioni, il playmaker 30enne rimane un'opzione solida alla guida della squadra pur senza entusiasmare particolarmente. È reduce da due stagioni consecutive sopra il 40% da tre punti e non è mai andato sotto la doppia cifra per punti in carriera

VICTOR OLADIPO | Pezzo pregiato dello scambio per Paul George, al suo primo anno del nuovo accordo da 84 milioni di dollari deve dimostrare non solo di valere quei soldi, ma di poter essere il punto di riferimento sul perimetro per la squadra. A 25 anni, c'è ancora margine per un ulteriore sviluppo o ha raggiunto il suo limite? Questa è la stagione per scoprirlo

BOJAN BOGDANOVIC | Anche lui arrivato dalla free agency con un biennale da 21 milioni, non è impossibile immaginarsi che a fine anno sia lui il realizzatore più affidabile dei Pacers, specialmente se Oladipo facesse fatica a imporsi. Al suo quarto anno nella NBA rappresenta una affidabile opzione offensiva, al netto dei chiari problemi difensivi che ne limitano l'efficacia

THADDEUS YOUNG | Completata ormai da diversi anni la transizione da 3 a 4, è forse l'emblema di questi Pacers così solidi ma anche così poco entusiasmanti. Rimane uno che porta sempre il suo contributo alla causa, anche senza toccare i picchi statistici dei migliori anni (pur migliorando di molto l'efficienza)

MYLES TURNER | Il vero motivo per seguire i Pacers è lui, perché l'unico con il potenziale per potersi affermare come un All-Star per gli anni a venire. Proseguendo su quanto fatto negli ultimi anni, può trasformarsi in uno dei rari centri in grado di tirare da tre e proteggere il ferro con uguale efficacia: sarà pronto ad assumere un ruolo di gran lunga maggiore rispetto a quello ricoperto con Paul George?

CORY JOSEPH | Scaricato da Toronto per motivi salariali più che tecnici, porta entusiasmo e difesa dalla panchina con la possibilità di chiudere in campo le partite più tirate al posto di Collison. Nell'ultima stagione ai Raptors ha migliorato le percentuali al tiro raggiungendo la media della NBA per la prima volta in carriera

JOE YOUNG | Dopo un'intrigante stagione da rookie, non ha mantenuto le attese in quella da sophomore e non sembra più rientrare nelle grazie di coach McMillan. Parte come terza point guard nel roster e le speranze di vederlo in campo dopo gli arrivi di Collison e Joseph sembrano estremamente ridotte

LANCE STEPHENSON | Richiamato a gran voce sul finale della scorsa stagione per agganciare i playoff, per qualche strano giro del destino ricopre il ruolo di "veterano saggio" dello spogliatoio (non ridete). Porta carisma e personalità, pur con tutti i suoi limiti di tiro e di affidabilità sul parquet

DAMIEN WILKINS | Fuori dalla lega dal 2012-13, il 37enne si è guadagnato un contratto non garantito al massimo salariale e con l'infortunio di Glenn Robinson III potrebbe perfino fare il roster

GLENN ROBINSON III | Figlio del leggendario "Big Dog", il suo infortunio aveva inizialmente fatto temere per una rottura completa del legamento del ginocchio, mentre gli esami hanno rivelato che si trattava solo di una seria distorsione alla caviglia. Rimarrà fuori per i primi due mesi, ma sarebbe potuta andare molto peggio per un giocatore che ricoprirà un ruolo chiave nel secondo quintetto della squadra

TJ LEAF | Scelto alla 18 al Draft dopo un anno a ricevere gli assist al bacio di Lonzo Ball a UCLA, è il 4 in grado di aprire il campo che mancava come profilo nel roster. È tutto da vedere però quanto spazio riuscirà a ritagliarsi

DOMANTAS SABONIS | Arrivato insieme a Oladipo nello scambio per Paul George, il figlio del grande Arvydas dovrà dimostrare non solo di poter tenere il campo in NBA contro gli avversari più veloci, ma anche di potersi completare bene con Myles Turner - al punto da rendere spendibile sul mercato anche Thaddeus Young, che al momento lo precede nelle gerarchie per il ruolo da 4

AL JEFFERSON | Passano gli anni, ma "Big Al" mantiene aperto il suo ufficio in post basso, dove continua a far saltare lunghi imberbi da anni con il suo arsenale di finte e tocco morbido. Non ha più la mobilità per giocare da titolare, ma è un punto di riferimento per la second unit

IKE ANIGBOGU | Anche lui baciato dagli assist di Lonzo Ball a UCLA, un infortunio nei provini pre-Draft con i Pacers ha fatto crollare le sue quotazioni fino alla 47, quando - quasi per scusarsi? - lo hanno selezionato proprio i Pacers. Lungo grezzo ma efficace, la giovane età (classe 1998) lo rende un giovane su cui poter lavorare con molta calma