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Il pallone sarà nelle mani di Ricky Rubio, la cui fantasia sarà fondamentale per inventare attacco in una squadra che fa della difesa la sua vera identità. Ma lo spagnolo non è l'unica novità di un roster profondo e intrigante
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RICKY RUBIO | Deve portare invenzioni, ritmo e fantasia in un attacco che queste caratteristiche — nelle ultime tre stagioni — non le ha mai avute. Con Gobert potrebbe costruire un asse point-guard/centro davvero interessante, sopratutto in situazioni di pick and roll dinamici.
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JONAS JEREBKO | Bell’aggiunta in rotazione a rafforzare l’identità difensiva del gruppo agli ordini di coach Snyder. Può vedere minuti sia da ala piccola (suo ruolo naturale) che da ala forte, in quintetti più leggeri e tattici.
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JOE INGLES | Ha firmato in estate il contratto della vita (52 milioni di dollari per i prossimi 4 anni per un giocatore più volte scartato in passato da Warriors e Clippers) ma l’australiano non è tipo da sedersi sugli allori. Nei Jazz che faticano a metter punti a tabellone, sono fondamentali le sue percentuali dall’arco (44.1%, terzo in tutta la NBA).
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DONOVAN MITCHELL | A proposito di punti a tabellone: quello del rookie dei Jazz è stato uno dei nomi caldi emersi dalle Summer League: 28 di media in due partite a Las Vegas, oltre i 15 (in 25 minuti) nelle tre gare disputate nello Utah, giocando in casa. Dio solo sa quanto serva un po’ di attacco ai Jazz e Mitchell per questo motivo potrebbe trovare spazi già da subito, in entrambi i ruoli dietro.
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JOE JOHNSON | Dei tre acquisti della scorsa estate (gli altri Hill e Diaw) è l’unico che ritorna al via della nuova stagione. Una conferma meritatissima, guadagnata grazie al suo marchio di fabbrica: i canestri vincenti nei finali di partita. Non si è costruito il soprannome di “Iso-Joe” per nulla: anche a 36 anni rimane difficile negare un tiro (e spesso il canestro) a Joe Johnson.
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ALEC BURKS | Altro giocatore che spera di essersi lasciato alle spalle i guai fisici, che ne hanno tormentato la carriera (l’operazione alla spalla nel 2014, la frattura al perone a fine 2015) e hanno ridotto a 100 le partite disputate negli ultimi tre anni. Ha molta competizione tra gli esterni ma anche tanta voglia di tornare protagonista.
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THABO SEFOLOSHA | In cerca di rivincita dopo dei playoff vissuti da spettatore in casa Hawks (2.3 minuti di media in campo), lo svizzero porta le sue doti — prevalentemente difensive — nella squadra che fa della difesa il suo punto forte. Esperto e atletico, farà comodo a coach Snyder.
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DANTE EXUM | La point guard australiana ha perso un’intero stagione (quella 2015-16) a seguito della rottura del crociato anteriore. Il ritorno in campo l’anno scorso ha fatto vedere luci e ombre, ma la Summer League giocata in casa (nello Utah) gli ha ridato fiducia (terzo tra i marcatori, primo negli assist). “Rivoglio il mio posto in quintetto”, dice. Ricky Rubio è avvisato.
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COACH SNYDER | Quin Snyder ha costruito un impianto difensivo di tutto rispetto ma oggi sa che — senza più Hayward e Hill — la sfida per il 2017-18 è quella di creare più attacco con il roster a disposizione. I destini di Utah passano da qui.