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NBA, ecco come Curry, Durant e Thompson si allenano dopo una brutta serata al tiro

NBA

Una serata storta al tiro può capitare anche ai più grandi tiratori del mondo, ma il modo in cui ce le si lascia alle spalle cambia sensibilmente da giocatore a giocatore. Ecco come Steph Curry, Klay Thompson e Kevin Durant hanno messo da parte le brutte percentuali di gara-3 nei loro allenamenti individuali e hanno ritrovato la precisione in gara-4

I più grandi tiratori del mondo, si sa, sono degli abitudinari: curano ogni singolo dettaglio delle loro perfette meccaniche di tiro in modo che nulla venga lasciato al caso, cercando la ripetizione dello stesso identico gesto tecnico in maniera quasi ossessiva. Anche ai più grandi specialisti del mondo, però, può capitare una serata storta: ai Golden State Warriors, per esempio, è capitato in gara-3 nella serie contro i New Orleans Pelicans chiudendo con il 38% di squadra e il 29% dalla lunga distanza. Ma come sempre accade è il modo in cui si reagisce a una brutta prestazione al tiro a fare la differenza. Per loro fortuna gli  Warriors possono vantare tre dei più grandi tiratori della storia contemporaneamente tra le loro fila, vale a dire Steph Curry, Klay Thompson e Kevin Durant. Anche con giocatori di questo calibro, però, il modo in cui approcciano l’allenamento a seguito di una brutta serata al tiro cambia drasticamente da un caso all’altro. Il due volte MVP, ad esempio, si rifugia nel suo “Menù” di esercizi; il suo Splash Brother, invece, si isola e ricomincia immediatamente a tirare per ritrovare la fiducia nel suo gesto tecnico; l’ultimo arrivato, invece, si piazza davanti allo schermo per rivedere filmati su filmati e ritrovare il suo ritmo mentale. Ecco come tre dei più grandi tiratori del mondo reagiscono alle brutte serate al tiro che gli capitano.

Chef Curry e il suo “Menù”

Sin da quando Drake lo ha inserito nelle lyrics della sua “0 to 100 / The Catch Up”, il soprannome “Chef Curry” ha accompagnato la stella di Golden State pur senza scaldare tantissimo gli animi (anche perché la cuoca di famiglia sarebbe la moglie Ayesha). Anche Steph, però, ha il suo personalissimo “Menù” nel quale rifugiarsi: quello creato insieme al suo assistente allenatore di fiducia Bruce Fraser per i suoi allenamenti di tiro, che ha descritto così la loro collaborazione. “È come andare al ristorante con tua moglie: è lei a decidere che cosa si mangia per cena” ha raccontato all’Associated Press. “Per ogni ristorante c’è un diverso menù: abbiamo un sacco di esercizi dal quale pescare e di solito ci facciamo guidare da ciò che il giorno richiede. Il Menù ha tutti i tipi di pezzi creativi dal quali poter scegliere per creare un allenamento perfetto. A volte mettiamo assieme degli ingredienti per andare à la carte, a volte cuciniamo un piatto semplice. Proviamo a divertirci il più possibile”. La routine di Curry, quindi, è quella di improvvisare: se ha sbagliato tanti tiri dal palleggio, aumenta gli esercizi per ritrovare fiducia in quel gesto e non affrettare le conclusioni; se invece il problema sono i floater in avvicinamento, si pescano altri tipi di workout. “Dipende da come ci si sente” ha spiegato lo stesso Curry. “Di solito vado da Q [il soprannome di Fraser, ndr] e facciamo finta di aprire il Menù scorrendo tutti gli esercizi disponibili e vediamo di cosa abbiamo bisogno, cercando di calibrare il tutto su una scala da 1 a 10 in base al livello di fatica accumulato. Non è mai una cosa prestabilita: so che ci sono certi esercizi che mi piacciono e che mi aiutano a sviluppare alcuni aspetti del gioco. Ma mi piace l’idea di non arrivare al campo sapendo già che cosa devo fare”.

L’abitudinarietà di Thompson e la sua routine

Tutto il contrario di Klay Thompson che, fedele al suo personaggio particolarissimo, ha bisogno di una rigida struttura per ritrovare il suo ritmo — che di solito si traduce, semplicemente, in lunghe sessioni solitarie di tiro. Nel caso di brutte serate dalla lunga distanza, Thompson non fa passare troppo tempo prima di rimettersi a tirare — anche solo per 50 o per 100 tiri, “roba leggera” per uno che tira letteralmente tutti i giorni e ha una fiducia pressoché incrollabile nelle sue capacità. “Non metto mai in dubbio me stesso quando si tratta di tirare, perché ci metto davvero troppo impegno [per non avere successo]” ha spiegato sulla sua mentalità. “So cosa serve per rimettermi in riga”. Steve Kerr, che a sua volta era stato un grande tiratore in passato, gli ha però suggerito ogni tanto di cambiare atteggiamento e di “scaricarsi” facendo altro: “A volte la cosa migliore dopo una brutta partita è non tirare proprio. È una cosa che si impara con il tempo, quando si hanno già diversi anni di NBA alle spalle e si conosce meglio il proprio corpo e la propria mente. Inizia a capire: ‘OK, forse sono un po’ stanco, perciò oggi invece di tirare porto Rocco al parco [l’amatissimo bulldog di Thompson, ndr] e mi godo un po’ di sole, oppure vado a giocare a golf. È una cosa che diventa più facile con l’andare del tempo: ognuno ha il suo”.

Kevin Durant e le sessioni video

Quello di Durant, ad esempio, è la visione di filmati e il ripasso mentale di ogni possesso in cui ha tirato, anche se cerca di non pensare tanto agli errori quanto ai canestri che ha segnato, in modo da ricostruire mentalmente la sua fiducia nel prossimo tiro. “Ci vogliono tantissime cose diverse per tirare bene un pallone da basket, ci sono moltissime cose a cui pensare nello spazio di pochi secondi” ha spiegato. Un’altra cosa che lo aiuta da quando è arrivato sulla Baia sono le gare di tiro Steph Curry, sfidandosi da cinque posizioni diverse con 10 tiri a testa a disposizione tenendo il conto di chi ne segna di più — e a quanto pare finiscono spesso vicinissimi nel punteggio. Piccoli accorgimenti che servono per mantenere acceso lo spirito competitivo in una stagione lunga come quella della NBA, anche nei rari momenti in cui capita una giornata no a tiratori di questo calibro. Purtroppo per New Orleans, il "bonus" della partita con le brutte percentuali dei Big Three è già stato giocato in gara-3: per evitare l'eliminazione stanotte servirà una prestazione straordinaria.