Dopo le attenzioni generate dal look di LeBron James in gara-1 (replicato anche in gara-2), l'ala dei Golden State Warriors risponde con un completo che non lascia indifferenti: giacca e pantalone - rigorosamente corto - color carta di zucchero. Ovviamente griffato
Dopo gara-1 che la partita di esordio della serie l’avessero vinta i Golden State Warriors sembrava quasi essere passato inosservato: tutti a parlare di LeBron James, dei suoi 51 punti in campo e dei 47.000 dollari del suo curioso outfit fuori dal campo. A uno con l’ego di Draymond Green la cosa non dev’essere andata troppo a genio. E così — oltre ad assicurarsi che Golden State avesse ancora le meglio su Cleveland anche in gara-2, questa volta contenendo James a 29 punti (…) — l’ala degli Warriors ha pensato bene di presentarsi in conferenza stampa nel post-partita con un look davvero particolare, giacca color carta di zucchero con spessi bordi neri e… pantaloncini corti abbinati (lo stesso pantalone corto sfoggiato all’arrivo all’arena anche da LeBron James, sia nella prima che nella seconda gara della serie). “Vi piace? Mi fa piacere”, ha scherzato con i giornalisti in sala stampa, prima di rivelare qualcosa di più sul suo particolare look. “Tutto frutto della mente del mio uomo, Vic [Michel]: io non ho fatto altro che riceverlo, fatto e finito, e indossarlo”. Stylist di base a Los Angeles ma con un passato a New York a bottega da Kenneth Cole (lavorando per il suo omonimo brand), Michel cura il look di diverse celebrità, soprattutto nel mondo NBA, dove si affidano a lui D’Angelo Russell e Denzel Valentine, Jahlil Okafor e Domantas Sabonis, Noah Vonleh ma anche l’avversario di Draymond Green nella serie di finale Jordan Clarkson. Mischiando nei suoi outfit “look concettuali a uno stile classico che proietta fiducia”, Michel si è guadagnato la stima della vulcanica ala degli Warriors, che non è passato inosservato nel suo completo carta di zucchero dopo gara-2. Il merito (…) della creazione dell’abito, però, va a qualcun altro, e Green — generoso in campo, ma generoso anche fuori —non esita a dare il giusto riconoscimento a Rich Fresh: “Si fa chiamare così [il vero nome è Patrick Henry, ndr] — dice — e lavora a Los Angeles [pur essendo cresciuto tra l’Arkansas e Memphis, Tennessee, ndr]. Lui è davvero bravo, e così Vic ha deciso di scegliere questo pezzo dalla sua collezione per me”.
Una guerra di outfit con LeBron James?
La coincidenza che l’abito di Rich Fresh — che nel suo curriculum vanta anche un anno di esperienza da Ermenegildo Zegna — prevedesse però il pantalone corto non è passata sotto traccia, visto l’analogo look esibito da LeBron James all’arrivo alla Oracle Arena nelle due prime gare della serie: “No, non è certo una guerra psicologica contro nessuno — nega Green, chissà quanto sinceramente — ma è dovuto solo al fatto che in questa stanza dove dobbiamo venire a fare le interviste post-partita fa un caldo pazzesco e allora il pantalone corto ho pensato facesse al caso mio. Il tessuto è in lino, mi mantiene fresco”, assicura. Prima di concludere: “E comunque mi sembra davvero figo”. Convinto lui…