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NBA: Jacob Evans odiava gli Warriors, fino a quando Golden State non l’ha scelto al Draft

NBA

La nuova scelta al Draft di Golden State in passato ha sottolineato sui social il suo disappunto nei confronti dei campioni NBA. Acqua passata, visto che sembra perfetto per svolgere il suo ruolo nel roster degli Warriors

Ragazzini davanti la TV che giocano a basket tutto il giorno e sognano in futuro di calcare un parquet importante come quello NBA. E come tanti appassionati giudicano quello che vedono attraverso i loro account social, senza nascondere le varie antipatie. Questo era Jacob Evans due anni fa, quando difficilmente avrebbe immaginato di vestire la maglia di Golden State a distanza di 24 mesi. Gli Warriors non sono mai stati la sua squadra preferita, per usare un eufemismo, tanto che durante i playoff del 2016 non si risparmiò a seguito della vittoria in rimonta contro i Thunder in finale di Conference, sottolineando: “Westbrook non ha stretto la mano agli Warriors, questo è il motivo per cui mi piace”. Così come un mese più tardi, frustrato dalla decisione di Kevin Durant come milioni di appassionati, cinguettò: “Dannazione, KD a Golden State”, con tanto di faccina triste. Presentarsi davanti a Durant in spogliatoio il prossimo settembre sarà dunque un po’ imbarazzante, visto che i campioni NBA in carica alla fine hanno deciso di puntare su di lui per garantirsi un giocatore da inserire subito in rotazione. Con il salary cap sempre più pieno, il Draft resta l’unica strada per garantire profondità al roster degli Warriors. Il suo scivolone social però non è il primo e non sarà di certo l’ultimo caso in cui la trasgressione via Twitter mette in difficoltà prospetti poi scelti dalle squadre aspramente criticate in precedenza (lo stesso KD ha dei trascorsi a riguardo, con profili fake e tutto il resto). Intervistato durante la presentazione ufficiale, Evans ha liquidato la questione con poche battute: “Beh… non ho mai fatto il tifo contro gli Warriors, ho sempre rispettato la grandezza”. Anche perché i dirigenti a Oakland sono stati tra i primi a mettere gli occhi su di lui. Golden State infatti è stata da subito una delle tre squadre che più delle altre hanno dimostrato interesse nei suoi confronti e nel rush finale degli ultimi giorni lo stesso Evans non ha mai avuto dubbi: “Speriamo che siano gli Warriors”.

Un giocatore pronto a dare da subito una mano

Il giorno prima della parata celebrativa post-titolo Evans è volato dal Minnesota a San Francisco per fare il workout con i campioni NBA, godendosi poi il giorno dopo una festa che ha lasciato il segno: “Ho visto l’atmosfera, il pubblico e ho pensato: ‘Come potrei non sognare di far parte di una cosa del genere?’. Hanno fatto 291 sold out consecutivi negli ultimi sei anni, c’è un’euforia pazzesca in città”. Il ragazzo ha dimostrato di aver studiato (non è l'unico dato da record citato riguardo la straordinaria cavalcata di Golden State), anche perché sogna da grande di diventare un analista TV “come Reggie Miller, Chris Webber, Shaq; è una di quelle cose che mi piacciono tanto”. Forse però nel frattempo potrebbe mettersi al dito un anello già prima di compiere 22 anni. Agli Warriors serve un’ala che dia garanzie e continuità, che possa giocare sin da subito, dando maggior riposo a giocatori un anno più vecchi e che nell’ultima stagione non hanno avuto grandi rincalzi. La dimensione gli permette di essere flessibile in difesa, di poter cambiare su qualsiasi avversario. Il problema è offensivo, anche se il 37% dall’arco a Cincinnati lascia ben sperare (gli Warriors, non gli altri), nonostante dal prossimo autunno sarà costretto a fare un paio di passi indietro per ottenere i tre punti. Le idee sono già chiare, così alla domanda su dove porrà il suo focus in estate non ha esitazioni nella risposta: “Il tiro”. In un attacco con i migliori realizzatori al mondo, avrà l'imbarazzo della scelta. Magari chiederà consiglio a KD: quella decisione dell'ex giocatore dei Thunder, con due anni di ritardo, potrebbe fargli davvero comodo.