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Mercato NBA, Denver raddoppia con Jokic e Barton. E ora punta perfino LeBron James

NBA
Nikola Jokic e Will Barton, le prime firme del mercato dei Nuggets (foto Getty)

I Nuggets sono stati i più attivi nelle prime ore del mercato, investendo oltre 200 milioni di dollari nei rinnovi di Nikola Jokic e Will Barton. L'obiettivo ultra-ambizioso, però, è arrivare a LeBron James: nelle prime ore del mercato hanno cercato insistentemente di avere un incontro col Re per proporgli il loro progetto di squadra

Tra le squadre più attive nelle primissime ore della free agency si segnalano soprattutto i Denver Nuggets, non fosse altro per gli oltre 200 milioni di dollari già impegnati sul mercato – più di chiunque altro in NBA. La franchigia del Colorado, infatti, non ha sprecato tempo e ha immediatamente rinnovato i suoi free agent più importanti, vale a dire Nikola Jokic (con un quinquennale da 148 milioni di dollari complessivi, il suo massimo salariale) e Will Barton (quadriennale da 54 milioni complessivi con la promessa di partire titolare). Due contratto di peso che segnalano l’intenzione della proprietà di contendere per un posto ai playoff nei prossimi anni, anzi: secondo quanto scritto da Chris Mannix di Yahoo Sports, dopo essersi assicurata le due firme la dirigenza dei Nuggets ha cercato insistentemente di organizzare un incontro nientemeno che con LeBron James, contattando il suo agente Rich Paul per convincere il Re che unirsi ai giovani del Colorado sia l’opzione migliore. Con Paul George di nuovo a OKC e Kawhi Leonard bloccato a San Antonio, secondo l’opinione dei Nuggets James dovrebbe considerare l’opzione di firmare per loro anche solo nel breve periodo, tornando ad essere allenato da coach Mike Malone con il quale ha già un rapporto dai tempi di Cleveland, dove l’attuale allenatore di Denver era stato assistente per Mike Brown (senza dimenticare anche Richard Jefferson, che ha chiuso la stagione proprio a Denver). Se l’idea di James è quella di avere attorno a sé talento e intelligenza cestistica per battere Golden State, in pochi possono mettere sul tavolo un centro giovane con le qualità da passatore come Nikola Jokic, così come i vari Gary Harris, Jamal Murray, Barton e Paul Millsap si adatterebbero molto bene attorno al talento del Re.

Come funzionerebbe il passaggio di LeBron ai Nuggets

Anche nel remoto caso in cui James decidesse di andare a Denver, i Nuggets dovrebbero comunque organizzare una sign and trade con i Cleveland Cavaliers, dato che non hanno lo spazio salariale per poterlo firmare – anzi, dopo le due firme di Jokic e Barton sono ben oltre il limite della luxury tax. Con 14 contratti garantiti il monte salari dei Nuggets supera di 22 milioni il limite da cui scatta la tassa di lusso, e per questo si pensava che la dirigenza potesse pensare di mettere sul mercato i contratti in scadenza di Kenneth Faried (13.8 milioni), Wilson Chandler (12.8 milioni), Darrell Arthur (7.5 milioni) insieme a un asset come una prima scelta al Draft o un giovane ancora nel contratto da rookie (e ce ne sono tanti, a partire dall’ultimo arrivato Michael Porter Jr., ma anche i vari Malik Beasley, Trey Lyles, Juancho Hernangomez o Tyler Lydon) per cercare di alleggerire il costo della squadra. Invece l’idea sarebbe proprio di utilizzare quei contratti e quei giovani per la sign and trade con i Cavs, in modo che possano ricominciare la ricostruzione in fretta dopo l’addio di James. Un piano sicuramente ultra-ambizioso e ultra-aggressivo, dato che nessuno ha mai indicato Denver come una delle destinazioni possibili per James fino a questo momento, ma che probabilmente ha più senso sulla carta che non nella realtà. Ancor prima del contesto tecnico e delle possibilità di vittoria (o delle limitazioni del cap, visto che Denver sarebbe hard capped), viene difficile immaginarsi che LeBron voglia portare la sua famiglia in Colorado invece che tenerla a Cleveland o spostarla a Los Angeles, per quanto Denver sia una città in grande ascesa a livello di vivibilità. Giustamente però i Nuggets pensano di avere una possibilità e vogliono esplorarla fino in fondo: d’altronde, si sbagliano il 100% dei tiri che non si prendono, no?