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NBA, Anthony e i nuovi Rockets: "Conosco il mio ruolo, voglio vincere il titolo"

NBA

Le parole del Media Day di Houston, con i texani che ripartono dal terzetto Harden-Paul-Capela e si interrogano sull'impatto in squadra di Carmelo Anthony: è lui l'uomo giusto per arrivare a conquistare l'anello NBA?

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A un passo dal battere gli Warriors ci sono arrivati, ma non sempre basta fermarsi a pochi metri da un’impresa per sentirsi soddisfatti. Lo sanno bene a Houston, fermati da un infortunio di troppo di Chris Paul, confermato poi con convinzione in estate: “Mi avete visto giocare l’anno scorso? Mi diverto tantissimo qui, è stata una decisione semplicissima”, chiosa CP3. “Abbiamo perso dei giocatori, ma ne abbiamo aggiunti altri molto importanti. Dovremmo essere bravi a insegnare loro la nostra cultura sportiva, per aiutarli a inserirsi al più presto”. Ogni riferimento a Carmelo Anthony è tutt’altro che casuale: “Per lui il limite è il cielo: con la sua voglia di riscatto, la sua capacità di allargare il campo e segnare tanto può essere molto utile per noi”. Un’investitura che arriva anche da parte di James Harden: “Ci saranno grandi opportunità per Anthony in squadra con noi: tirare sugli scarichi, o in altre situazioni. Avrà quello di cui non ha potuto godere in tutti questi anni. Sarà compito mio e di Chris metterlo a proprio agio e aiutarlo a dimostrare la sua leadership”. Obiettivo comune dunque è fare gruppo attorno a lui, fortemente voluto non solo da Paul (P.J. Tucker ha sottolineato che il lavoro di CP3 è stato decisivo per portarlo ai Rockets, “è stato lui a convincerlo in estate”), anche a costo di mettere in difficoltà coach D’Antoni. Lui con il n°7 si è lasciato male a New York; un dettaglio a cui nessuno a Houston vuole dare peso: “La nostra filosofia di gioco è molto semplice e sono sicuro che Melo si troverà bene. Servirà tempo per abituarsi e trovare il giusto feeling. Non so ancora in che ruolo schierarlo: mi piace come ala grande, ma non ho deciso nulla. Non sappiamo neanche se partirà in quintetto o dalla panchina, ma sarà sicuramente una pedina importante”.

Anthony, nessuna discussione (e domande) sull'essere titolare o uscire dalla panchina

E il diretto interessato? Beh, lui è l’ultimo ad arrivare ai microfoni, allungando l’attesa per quello che Morey ha definito “un giocatore straordinario in isolamento, fondamentale per il nostro attacco”. Cappuccio in testa come già fatto ai Thunder 12 mesi fa, è entrato a gamba tesa anticipando le domande che tutti si attendevano che ricevesse: “Conosco bene il mio ruolo: non c’è stata alcuna discussione sul fatto che io debba essere titolare o uscire dalla panchina. Ho sentito la vicinanza della dirigenza e apprezzo molto la loro attenzione”. Un idillio (a parole) che spesso ha messo in discussione con i fatti: “Stiamo per imbarcarci in un viaggio molto, molto lungo. Non possiamo pensare di vincere il titolo in un giorno solo. L’anno scorso non sapevo cosa aspettarmi, mentre adesso mi sento ottimista. Voglio allenarmi bene e aiutare la squadra a vincere”. Nessuna risposta sull’utilizzo da titolare, ma uno spunto di riflessione su come D’Antoni potrà sfruttarlo: “Sono sicuro che Mike vorrà provarmi da centro. Ma i ruoli al giorno d’oggi non sono più così importanti. Quello che conta è seguire le indicazioni dell’allenatore. Io sono consapevole delle mie qualità, mentre ai tempi di New York non ero ancora maturo per il gioco di D’Antoni. Siamo entrambi diversi e possiamo riscrivere la nostra storia”.