L'ex giocatore degli Spurs, ai primi scatti della sua carriera in maglia Raptors, dimostra di non essere cambiato quando si tratta di parlare con la stampa. Ermetico, il nuovo n°2 di Toronto non accenna a decisioni passate e future: "Spero di essere felice ovunque mi ritrovi a giocare"
GLI SCATTI E LE IMMAGINI DEI NUOVI ARRIVI
Era uno dei volti più attesi del Media Day, finito sotto i riflettori nei lunghi mesi di tira e molla con gli Spurs che alla fine hanno portato alla trade con Toronto. Kawhi Leonard vestito di rosso con indosso la maglia dei Raptors fa un certo effetto, sembra diverso. L’unica cosa rimasta sempre uguale è la poca voglia di esporsi e sbilanciarsi ai microfoni davanti ai cronisti: “Voglio giocare qui: sono arrivato in questa squadra con la mente aperta, convinto di voler fare grandi cose e concentrato soltanto su questa stagione. Se dovessi iniziare a pensare sin da subito alla prossima estate mi perderei la possibilità di vivere il presente”. Non c’è bisogno dunque di porgergli la domanda che ronzava nella testa di tanti, gli insegnamenti di Popovich sono ben chiari in mente: ci pensa stesso lui a svicolare ed evitare di lasciare spazio a polemiche di sorta. Così come quando gli chiedono di presentarsi: “Sono un ragazzo felice, che ovviamente ama giocare a basket. Ci saranno un bel po’ di domande che sarete costretti a farmi, ma io non posso darvi un commento su di me”. Niente, un muro impenetrabile. “Sono molto felice di giocare a Toronto: una meravigliosa città innamorata del basket”: dal taschino poi tira fuori la risposta standard, quella che va bene in ogni occasione in sostanza. Che non scalda il cuore dei tifosi, i quali però saranno già molto eccitati all’idea di vederlo sul parquet con la maglia dei Raptors. Il cruccio resta sempre quella scadenza di contratto tra 12 mesi, che lo pone in una situazione simile a quella di Paul George con OKC: una scommessa al buio per i canadesi, che sperano di convincerlo a proseguire a Toronto anche dopo l’estate 2019. “Gli obiettivi futuri? Avere una carriera il più lunga possibile, sperando di restare sempre in salute e continuando a essere felice dovunque mi ritrovi a giocare”. Ecco, la piccola crepa è arrivata nel finale. A Toronto faranno sicuramente finta di non aver sentito: da oggi il lavoro di convincimento è ufficialmente iniziato.
DeRozan e la nuova avventura con gli Spurs: “Mentirei se dicessi che non è difficile”
A San Antonio invece hanno già iniziato a fare i conti con il post-Leonard, pronti ad abbracciare il nuovo arrivato DeMar DeRozan e ad affidargli una squadra che ha salutato tutti i componenti storici degli ultimi 20 anni. “È una grande fortuna poter far parte di questo gruppo, di immergerti in questa cultura. È una benedizione avere un ruolo così importante in una squadra del genere”, sottolinea l’ex giocatore dei Raptors chiamato alla sfida più importante della sua carriera: “Mentirei se dicessi che non è difficile”. Dalla sua parte però ci sono già i tifosi, che gli hanno dedicato un murales già prima che mettesse piede in città: “Ho visto l’immagine su Instagram e ho pensato fosse un fake. Ho iniziato a domandarmi chi avesse photoshoppato l’immagine, ma poi ho capito che era tutto vero. Vederlo è stata una di quelle cose che mi hanno fatto pensare ‘piaccio già così tanto ai miei nuovi tifosi’”. Nessuna voglia di rivalsa però nei confronti del suo passato: “Non la chiamerei rivincita, ma soltanto una nuova sfida. Una battaglia di quelle che non vedo l’ora di affrontare”.