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Mercato NBA, e se Kevin Durant lasciasse Golden State a fine anno?

NBA

Una “sensazione di pancia” di un giornalista vicino ai Golden State Warriors ha aperto al possibile addio di KD a fine stagione: qualcosa si è rotto tra i campioni in carica e l’MVP delle ultime due Finals?

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Lo scorso anno a Cleveland tutta la stagione è stata vissuta con la spada di Damocle del possibile addio di LeBron James in estate, cosa poi puntualmente avveratasi. E anche se a Golden State la situazione è notevolmente diversa rispetto al clima da “fine dell’impero” dei Cavaliers, quest’anno potrebbero vivere qualcosa di simile con Kevin Durant. Per la terza estate in fila il numero 35 ha rinnovato con gli Warriors tenendosi aperta ogni possibilità, ovverosia firmando un biennale con opzione sul secondo anno per poter essere di nuovo free agent nel 2019. In cambio la franchigia ha ricevuto uno “sconto” sul massimo salariale, con il due volte MVP delle Finals che ha lasciato sul tavolo poco più di cinque milioni di dollari in modo che la dirigenza potesse avere un minimo di flessibilità nel firmare nuovi giocatori (poi diventati DeMarcus Cousins). Eppure secondo alcuni questo connubio potrebbe essere arrivato alla fine: Marcus Thompson, giornalista di The Athletic che segue gli Warriors ogni giorno, in una trasmissione radio ha detto che a suo modo di vedere Durant non sarà più sulla Baia nella prossima stagione. “Leggendo le foglie del tè, ho pensato che probabilmente Durant se ne andrà a fine stagione” ha scritto poi sul sito. “Per il modo in cui sono andate le cose lo scorso anno, con la noia e il continuo avanti-e-indietro su chi dovesse gestire l’attacco – la sensazione è che qualcosa stesse deteriorando l’intera situazione”.

I piccoli indizi sul malcontento tra KD e gli Warriors

In effetti durante la serie contro gli Houston Rockets qualcosa sembrava essere fuori sincro tra KD e il resto della squadra, con il numero 35 troppo spesso ingolosito dagli uno-contro-uno “rompendo” il ritmo della squadra, in difficoltà contro lo schema difensivo dei Rockets. Steve Kerr nel corso di gara-6 aveva anche dovuto prenderlo da parte per chiedergli, velatamente, di coinvolgere di più i compagni e fidarsi di loro, invece di giocare uno-contro-tutti. Poi la serie – durante la quale gli Warriors erano andati sotto 3-2 dopo gara-5 – è andata per il meglio e Golden State ha festeggiato con il titolo, con Durant di nuovo nominato MVP alla Quicken Loans Arena di Cleveland dopo il cappotto ai danni dei Cavs. Eppure anche durante la parata il General Manager Bob Myers si era lanciato in una battuta infelice nei confronti del free agent KD, sottolineando come Steph Curry si fosse “guadagnato con il tempo” il rinnovo al massimo salariale.

Le risposte evasive di KD sul futuro

A questi due mini-indizi si aggiungono le risposte evasive di Durant in quest’ultimo periodo su una sua possibile permanenza a lungo periodo, dicendo che il rinnovo biennale era voluto per “tenere aperte tutte le opzioni”, che a suo modo di vedere era la cosa migliore. “Avrei potuto facilmente firmare a lungo termine, ma voglio procedere stagione per stagione e vedere dove mi porta” ha detto al Media Day degli Warriors, aggiungendo però che “la stagione sarà divertente e voglio concentrarmi solo su quella. Poi vedremo cosa succederà”. Non proprio un giuramento di eterna fedeltà, quella che invece Steph Curry ha messo nero su bianco (ma la sua situazione era differente, essendo eleggibile per il super massimo salariale da oltre 200 milioni) e Klay Thompson vorrebbe fare presto (anche rinunciando a dei soldi).

Essere la faccia della franchigia

L’opinione di Marcus Thompson, ovviamente, non nasce dal nulla, anche perché dopo aver scritto una biografia su Steph Curry (dal titolo Golden), ora sta lavorando su una non autorizzata proprio su Durant. E parlando informalmente sia con chi sta vicino al giocatore che con quelli all’interno della franchigia ha sviluppato questa opinione: nessuno sa cosa farà KD, probabilmente neanche Durant stesso, ma nessuno sarebbe davvero sorpreso se decidesse di provare un’altra esperienza a fine stagione. Superata la soglia dei 30 anni e avendo alle spalle – possibilmente – tre titoli NBA consecutivi e magari tre titoli di MVP delle Finals, è plausibile che consideri conclusa la sua esperienza a Golden State e voglia trovare una franchigia “tutta per sé”, visto che Steph Curry rimarrà un Warrior a vita e sarà per sempre la “faccia” della squadra indipendentemente da cosa riuscirà a fare KD in campo. A Seattle ha avuto un assaggio di cosa voglia dire essere unanimemente amato e apprezzato da tutti: purtroppo i Sonics non torneranno in NBA molto in fretta, altrimenti vederlo concludere la sua carriera con il verde smeraldo addosso sarebbe stata la conclusione perfetta. Ma di sicuro le offerte e le sirene non mancheranno, a partire dalle luci di New York che sembrano aspettare solamente lui per riportare i Knicks in alto. Magari Durant deciderà che l’opzione migliore è continuare a vincere titoli su titoli a Golden State, dove peraltro è prevista l’apertura di un’arena rivoluzionaria a partire dal 2019-20. Al momento nessuno può saperlo, ma quello che è certo è che sarà una delle storie più importanti della stagione che sta per cominciare.