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NBA, gli Washington Wizards continuano a perdere e non sanno come smettere

NBA

Gli Wizards hanno incassato sette sconfitte nelle prime otto gare, pessimi in difesa e come al solito litigiosi in spogliatoio. Un tracollo a cui cercare in fretta di porre rimedio, per evitare di distruggere un'intera regular season in sole tre settimane

WIZARDS, CROLLO CASALINGO CONTRO OKC

LO SPOGLIATOIO DI WASHINGTON E' UNA POLVERIERA: WALL-BEAL CONTRO PORTER

I fischi del pubblico di casa ci hanno messo meno di un quarto d’ora ad arrivare al Verizon Center e hanno accompagnato gli Wizards negli spogliatoi sul -29; reazione scontata dopo il 44-20 di parziale incassato nella seconda frazione a causa di una difesa imbarazzante e disorganizzata (dopo stanotte il rating difensivo dei capitolini è ulteriormente peggiorato, arrivando a sfiorare i 116 punti concessi su 100 possessi). I Thunder erano reduci da un back-to-back dopo il match di Charlotte, ma a guardare le squadre in campo nessuno se n’è reso conto. La risposta di Washington arrivata nel terzo quarto è servita soltanto a non peggiorare la situazione, ma non a riportare in corsa a contatto i capitolini e a permettergli di contendere quella che è rapidamente diventata la settima sconfitta nelle prime otto gare stagionali. I pochi spettatori rimasti seduti fino alla sirena senza andare via, lo hanno fatto soltanto per fischiare anche durante l’uscita dal parquet a testa bassa di un roster con il morale a terra. “Non dobbiamo schiacciare il bottone d’emergenza – commenta Beal - è solo un momento di difficoltà per la nostra squadra. Sappiamo bene che siamo ancora all’inizio della stagione, che non siamo perfetti. La pazienza di tutti sta finendo, anche da parte nostra, ma nessuno è più dispiaciuto di noi per quanto accaduto”. A sorprendere è la totale indifferenza difensiva manifestata in più occasioni e in diversi momenti della partita: “L’attacco non è mai stato un grosso problema, abbiamo sempre trovato il canestro in qualche modo – analizza Wall - Possiamo cambiare l’approccio in difesa, quello sì: fino a quando non risolviamo la questione, continueremo a portarci dietro i soliti problemi. Sembra che ognuno di noi sia collegato su una frequenza diversa”. Mancata comunicazione? “Beh, in realtà c’è ben altro oltre a questo – sottolinea Austin Rivers – ma non voglio parlarne troppo. Comunque, avete capito…”.

Il debutto di Dwight Howard non ha cambiato le cose, anzi

E pensare che la serata degli Wizards era iniziata con una buona notizia: il rientro di Dwight Howard, autore di 20 punti con 7/8 al tiro in 23 minuti. In difesa però anche il suo contributo è stato rivedibile, come dimostrato dal canestro del -30 subito nel primo possesso del terzo quarto: tutti aspettavano la scossa e gli Wizards, dopo 20 minuti passati a riflettere su quanto accaduto, si perdono un tiratore in angolo senza che i Thunder avessero disegnato uno schema per lui, né fatto alcun tipo di sforzo per liberarlo. Pigrizia e mancata applicazione, sottolineata anche dalle parole di Wall: “Non è questione di far parte di un gruppo che si conosce, ci sono molti volti nuovi in spogliatoio. Per questo non è giusto parlare di “roster rodato” e dare tutte le colpe a chi è agli Wizards da molto. Siamo tutti in difficoltà, i veterani e quelli che sono arrivati da poco. Tutti dobbiamo dimostrare di voler competere, la questione è semplice. Non puoi insegnare la voglia di lottare. Non puoi spiegare a un giocatore come mettere il cuore sul parquet. Devi dimostrarlo e basta, sono caratteristiche che le persone si portano dentro da quando sono nate”. Coach Brooks invece cerca di trarre qualcosa di positivo dalla serata: “Stanotte abbiamo giocato meglio, merito anche della prima di Howard. Ho grande fiducia nei miei ragazzi”. I drammi nello spogliatoio degli Wizards sono stati per mesi all’ordine del giorno e la speranza era quella di aver risolto la situazione con la partenza di Marcin Gortat – in aperto scontro con Wall e separati in casa nella seconda metà della passata stagione. L’aggiunta al gruppo di due personaggi complicati come Rivers e Howard per ora però ha fatto solo da combustibile, accendendo ulteriormente lo scontro interno.

Cosa fare per venirne fuori? Un aiuto arriva dal calendario

A parole gli Wizards sono diventati maestri di vita, massimi esperti e filosofi quando si parla di chimica di gruppo e sempre pronti a fornire la ricetta giusta per il successo che da mesi però stenta a funzionare: “Non sono felice della posizione in cui siamo, ma al tempo stesso mi piace il fatto che siamo costretti a darci una scossa – commenta Beal - non mollerò mai questo gruppo. Cosa vogliamo fare? Lasciare tutto dopo tre settimane oppure rimetterci a combattere e ritrovare competitività come abbiamo già dimostrato di saper fare in passato? Rifiuto la prima visione delle cose e, come uno dei capitani della squadra, sono pronto a caricarmi il gruppo sulle spalle. Devo dimostrare meglio la mia leadership sul parquet, dare di più e insegnare con l’esempio, con la speranza che gli altri mi seguano”. Con una metafora come al solito molto efficace, Royce Young di ESPN ha decritto la passerella degli Wizards ai microfoni dei cronisti a fine partita come “il momento in cui i giocatori si sono ritrovati per una volta fianco a fianco, mai così vicini sul parquet durante tutto l’arco del match”. Una distanza fisica che porta tutti a isolarsi, a guardare gli altri in cagnesco e rendere più complicato il percorso di riavvicinamento. Nessuno parla dei fischi nel post-partita, né dei tiri di Otto Porter (per una volta), ma il gruppo appare sempre più vicino a una spaccatura irreversibile. Dopo il ko contro Memphis, l'ex Garrett Temple si era fermato a parlare con Beal e Wall chiedendo delucidazioni sulle ragioni del tracollo Wizards, ricevendo in risposta soltanto un "Non sappiamo cosa c**zo succede". Cosa fare allora per cambiare l’inerzia? La soluzione (e un grosso aiuto) potrebbe arrivare dal calendario, visto che Washington dovrà affrontare New York, prima di partire per le tre trasferte con Dallas, Orlando e Miami e poi a seguire il filotto di cinque gare casalinghe che comprendono sfide contro Magic, Cavaliers e Nets. Tante partite per rimettere a posto il record e ritrovare morale, rimettendo in piedi una stagione che sta già sfuggendo di mano.