Joel Embiid realizza una doppia doppia da 35 punti e 18 rimbalzi, spingendo i Sixers al successo contro Miami aspettando Jimmy Butler. A Minneapolis attendono Covington e Saric battendo Brooklyn in una gara segnata dall'infortunio di LeVert. OKC torna a vincere contro Phoenix, successi per Dallas, Washington e Utah
TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE
LOU WILLIAMS SHOW: I CLIPPERS BATTONO GLI WARRIORS
COLPO NEW ORLEANS: TORONTO PERDE LA PRIMA CON LEONARD
TERRIBILE INFORTUNIO PER CARIS LEVERT: GAMBA SPEZZATA E STAGIONE FINITA
Miami Heat-Philadelphia 76ers 114-124
Tra i tanti lunghi della NBA, Hassan Whiteside possiede un posto speciale nel cuore di Joel Embiid, che contro di lui sembra tirare fuori sempre la miglior versione di se stesso. Bisogna anche dire che in questo inizio di stagione è difficile trovare una partita in cui il centro dei Sixers non abbia fatto il mostro, ma 35 punti e 18 rimbalzi testimoniano piuttosto bene il dominio del camerunense sull’avversario diretto, che ha chiuso con 13+11 in 22 minuti. In attesa che Jimmy Butler si unisca alla squadra (il debutto dovrebbe arrivare nella notte tra mercoledì e giovedì contro Orlando), ci hanno pensato JJ Redick con 25 punti e altri quattro giocatori in doppia cifra a portare Philly a una difficile vittoria in trasferta, infliggendo agli Heat la terza sconfitta casalinga in fila. I 22 punti di Goran Dragic e i 17 di Josh Richardson non sono serviti agli Heat per evitare di scendere a un record di 5-8, con Dwyane Wade che dopo aver saltato già quattro partite mancherà anche come minimo le prossime tre.
Minnesota Timberwolves-Brooklyn Nets 120-113
In una partita segnata indelebilmente dal terribile infortunio di Caris LeVert, i Minnesota Timberwolves sono riusciti forse a voltare pagina. Lasciato alle spalle Jimmy Butler, lasciata alle spalle una striscia da cinque sconfitte in fila, i T’Wolves hanno vinto grazie a tre giocatori sopra quota 20 (Towns con 25+21 ma anche 10 palle perse, Teague 24 e Rose 23) e altri due membri del quintetto in doppia cifra, uscendo vincitori da una gara con 16 parità e 14 avvicendamenti nella guida del punteggio. In casa Nets, sconvolta da quanto successo a uno dei loro miglior giocatori (10 punti, 5 rimbalzi e 4 assist in 16 minuti per LeVert), ci sono 31 punti di D’Angelo Russell (9 triple a segno, massimo in carriera) e 14 di Rondae Hollis-Jefferson, ma come detto da coach Kenny Atkinson: "Non voglio parlare della partita o di qualsiasi altra cosa: per noi è un colpo devastante, così come per lui. I nostri pensieri sono con Caris e il suo recupero. Se c’è qualcuno che ha la forzae il carattere per recuperare, quello è lui".
Oklahoma City Thunder-Phoenix Suns 118-101
Dopo la sconfitta contro i Mavericks, gli Oklahoma City Thunder ritornano a vincere con un facile successo contro la peggior squadra della Western Conference. È bastato accelerare un po’ ad inizio gara per avere ragione dei Phoenix Suns: OKC ha segnato 22 punti consecutivi senza subirne nessuno per quasi 7 minuti, prendendosi un vantaggio di 24-5 a inizio gara senza mai voltarsi indietro. Phoenix è riuscita al massimo a riportarsi a -7 nel corso dell’ultimo quarto, ma senza mai dare l’impressione di poterla riaprire per davvero, complici i 32 punti di Paul George (massimo stagionale con 6/10 da tre punti) e i 20 con 9 assist di Dennis Schroeder. Non era in campo Russell Westbrook per festeggiare il suo 30° compleanno, ancora alle prese con una distorsione alla caviglia, ma non ce n’è stato bisogno, anche perché in casa Suns ci sono solo i 21 punti di TJ Warren e i 19 di Devin Booker. “Se cominci una partita sotto di 20 punti, ti metti in una situazione in cui devi competere e giocarti alla perfezione ogni possesso. Abbiamo trovato l’energia per tornare in partita, senza mai mollare” ha dichiarato coach Kokoskov, cercando di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Chicago Bulls-Dallas Mavericks 98-103
Per una sera Luka Doncic ha potuto prendersi un turno di pausa: il rookie dei Mavericks ha vissuto una partita difficile sul campo dei Bulls, chiudendo con 11 punti e 3/12 al tiro, ma per sua fortuna ci hanno pensato Harrison Barnes (23 punti, massimo stagionale) e J.J. Barea (14+5+5) a portare a casa la terza vittoria nelle ultime quattro per i tezani. “Ci saranno momenti in cui giocherà male: è ancora giovane, non può essere perfetto ogni sera. Dobbiamo essere noi ad aiutarlo” ha dichiarato Barea, leader di una second unit che è tornata a giocare bene (44-26 il conto dei punti dalla panchina). I Mavs erano andati avanti anche di 14 lunghezze ma non sono riusciti a chiudere la sfida, permettendo a Chicago di tornare in partita con 26 punti di Zach LaVine e 16 di Jabari Parker, ma i Bulls non sono riusciti a tirare meglio di 8/33 dalla lunga distanza.
Washington Wizards-Orlando Magic 117-109
Vietato cantar vittoria, soprattutto dopo un modesto successo arrivato contro i Magic, ma per una volta gli Wizards possono uscire sorridente dal parquet, abili nel rompere una parità totale con i Magic. L’andamento del punteggio della sfida infatti è davvero singolare: 30-30 il parziale del primo quarto, 25-25 quello del secondo, 28-28 nel terzo. Alla fine però è arrivata la zampata dei capitolini, guidati dai 25 punti e dieci assist di John Wall, a cui si aggiungono i 21 di Bradley Beal che permettono a Washington di vincere per la prima volta in questa stagione due partite consecutive. Vitale l’impatto in uscita dalla panchina garantito da Jeff Green, autore di 18 punti con 7/8 al tiro e quattro triple che hanno allargato il campo in maniera decisiva. Dall’altra parte sono 20 punti per Fournier, 18 per Gordon e ben 21 per Ross in uscita dalla panchina. Orlando resta comunque davanti a Washington in classifica, nonostante il ko. Difficile trovare una descrizione più efficace del disastroso primo mese degli Wizards.
Memphis Grizzlies-Utah Jazz 88-96
Dopo aver perso per ben due volte in casa contro i Grizzlies in questo inizio di stagione, c’è da pensare che i Jazz si fossero segnati sul calendario la trasferta a Memphis per prendersi una rivincita. L’immagine della partita, però, è un’altra: Joe Ingles si è procurato un taglio sopra il sopracciglio sinistro che ha richiesto quattro punti di sutura, ma non gli ha impedito di rimanere in campo per chiudere come miglior realizzatore con 19, insieme ai 15+16 di Rudy Gobert. La benda applicata dallo staff medico dei Jazz ha dato vita a “Headband Joe”, diventato immediatamente oggetto di culto sui social network: “È una cosa per la quale ho combattuto per tutta la vita” ha commentato ironicamente Ingles, uscito malconcio dalla partita (“Io qui non ci torno più: mi fa male la spalla, i piedi, qualsiasi cosa”). In effetti è stata una partita brutta, sporca e cattiva, con un sacco di errori da una parte e dall’altra con ben 53 falli fischiati dalla terna. Ai Grizzlies non sono serviti i 24 di Mike Conley e i 16 di Marc Gasol per evitare la prima sconfitta casalinga della stagione dopo cinque vittorie.