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NBA, Jimmy Butler, gioia a metà alla prima coi Sixers: "Non si può perdere così"

NBA

Il n°23 dei Sixers ha convinto soltanto in parte all’esordio con Philadelphia, uscito sconfitto contro i Magic nonostante l’ampio margine raccolto nei primi tre quarti e mezzo. Tutto l’attacco continua a passare dalle mani di Embiid, che resta la chiave per puntare alla vetta della Eastern Conference

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Partiamo dalla fine: i Sixers hanno perso, travolti dai Magic dopo essere stati in vantaggio anche di 16 punti nel quarto periodo. Robert Covington e Dario Saric invece hanno bagnato l’esordio con i T’wolves con un successo e questo ha lasciato ancora di più l’amaro in bocca. A Philadelphia però sono tante le ragioni per essere fiduciosi: “Saremo molto più efficaci in futuro non appena avremo messo tutti i pezzi assieme. Eravamo letteralmente alla prima apparizione insieme sul parquet, ma questa non deve essere una scusa per giustificare una sconfitta del genere. Non importa come, ma una partita così va vinta. Dovevamo riuscirci come squadra, come collettivo. La mancata confidenza non può essere una scusa”. Duro a parole, nonostante in campo si sia già visto qualcosa di buono. Tutti in casa Sixers sanno di poter (e dover) fare questo passo di lato, tranne uno: Joel Embiid. Nel primo spezzone di gara in cui ha diviso il parquet con Butler, il camerunense ci ha tenuto subito a mettere le cose in chiaro, segnando 11 punti in metà quarto, giocando fronte a canestro e sul perimetro come fosse uno Steph Curry di 220 centimetri e facendo passare tutto l’attacco dei Sixers dalle sue mani. Un’azione emblematica è quella che ha portato Butler a segnare il primo canestro della sua carriera in maglia Sixers: un appoggio da sotto arrivato grazie a un taglio dai tempi perfetti, servito con un passaggio proprio da Embiid (alla sua prima tripla doppia in carriera). L’attacco ruota attorno a lui, alle sue mani e alle sue scelte. Nessuno, neanche Butler, sembra in grado (e intenzionato) a metterne in discussione la leadership, consapevole di poter ottenere un bel po’ di soddisfazioni anche giocando senza tenere a lungo il pallone. Un’attitudine che, se confermata, potrebbe essere la fortuna dei Sixers.