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NBA, Luka Doncic incanta, Dallas vola: e ora i Mavericks difendono anche forte

NBA

Splende sempre di più l'astro dello sloveno alla corte di coach Carlisle: nelle ultime due settimane i Mavs hanno il miglior record della lega e mettono in campo la difesa n°1 della NBA, ma tutta America non riesce a staccare gli occhi da Luka Doncic

E POI LUKA DONCIC DECIDE DI BATTERE I GOLDEN STATE WARRIORS

DONCIC OGGETTO MISTERIOSO? SICURAMENTE SE SI PARLA DELLA SUA ALTEZZA

L’ultimo video che ha fatto impazzire tutti – spopolando in rete, finendo sugli smartphone di ogni tifoso – è quello che ha visto Luka Doncic ridicolizzare niente meno che Kyrie Irving. Lo sloveno riceve due metri dietro la linea da tre punti lo scarico di DeAndre Jordan, la point guard dei Celtics difende forte, gli mette pressione, fa sentire il suo corpo. Allora Doncic finta lo stepback, attira Irving ancora più verso di lui e poi lo finta con il piede perno, si libera del n°11 dei Celtics con un passo in avvicinamento a canestro e lascia andare una tripla che trova il fondo della retina. È solo il primo quarto, ma giocate come questa stanno facendo di Luka Doncic non solo il favorito numero uno al premio di rookie dell’anno NBA ma anche il nome sulla bocca di tutti oltreoceano. Ancora di più ora – dopo aver iniziato il campionato con solo 3 successi nelle prime 11 gare – i suoi Dallas Mavericks hanno iniziato a vincere. L’ultima gara, contro Boston, ha visto il talento ex Real Madrid partire per la prima volta da point guard anche ufficialmente vista l’assenza al suo fianco di Dennis Smith Jr., alle prese con un leggero infortunio al polso. Senza un altro creatore di gioco al suo fianco in quintetto – con J.J. Barea però grande protagonista dalla panchina – Doncic si è ritrovato ancora più padrone di una squadra che già sembra comandare, dopo solo 18 partite, a soli 19 anni. Contro i Boston Celtics, che si sono presentati alla sfida coi Mavs sfoggiando la miglior difesa NBA per punti subiti sui 100 possessi, Doncic ha orchestrato un attacco capace di rifilare ai biancoverdi 113 punti: 15 portano direttamente la sua firma (su soli 11 tiri, con un ottimo 3/4 dall’arco) ma soprattutto nella produzione dello sloveno spiccano gli 8 assist, dopo che nelle precedenti cinque gare non era mai andato oltre i 4. “Ci sono un sacco di aspetti positivi nel suo gioco – commenta coach Rick Carlisle – ma ovviamente è ancora soggetto a qualche alto e basso, perché a volte pensa troppo a quello che deve fare invece di farlo e basta. È normale, è così che si impara”. E Doncic sembra imparare in fretta, recitando davvero già da protagonista in una squadra che a inizio stagione si pensava potesse ancora appartenere al grande vecchio Dirk Nowitzki (che deve ancora fare il suo esordio), a veterani come Wesley Matthews o DeAndre Jordan, piuttosto che a Dennis Smith Jr., a cui di questi tempi l’anno scorso coach Carlisle non esitava a mettere in mano la squadra. E invece oggi i Mavericks sono già di Doncic, rookie solo all’apparenza: primo tra le matricole per minuti (quasi 34 a sera), punti (oltre i 19), tiri tentati (quasi 15) e percentuale da tre punti (tra chi ne ha tentati almeno 50, Doncic domina sfiorando il 40%), è secondo per assist e perfino quarto tra i rimbalzisti. Di più: dall’inizio del nuovo millennio, solo 7 giocatori hanno tenuto nel corso di un anno medie superiori ai 19 punti e 4 assist con il 35% da tre punti e il 55% di percentuale reale: si tratta di LeBron James (7 volte), Kevin Durant (5), Steph Curry (4), Ray Allen, Kyrie Irving, Kyle Lowry e Goran Dragic (1). Il più giovane a riuscirci, Durant, a 24 anni. Doncic oggi è in media per accodarsi a questo elenco eccellente di nomi, e non è mai superfluo ripeterlo: a soli 19 anni.

Oltre Doncic c’è di più: la difesa è il segreto dei Mavs

Se c’è un aspetto del suo gioco dove Doncic è ancora deficitario, secondo l’opinione comune, riguarda il suo apporto difensivo. I Mavericks delle ultime due settimane, però, dimostrano che non è necessario avere in campo cinque grandi difensori individuali per far bene dietro: Dallas infatti copre le mancanze del proprio rookie sloveno sfruttandone invece i punti forti (è pur sempre oltre i 203 centimetri, e difensivamente un corpo del genere aiuta), affidandosi poi a quelli che sono gli specialisti dietro (da Matthews a Jordan) e a una grande organizzazione di squadra. Così, dal 10 novembre a oggi, la squadra di Carlisle sfoggia il miglior record di lega (6 vinte e una sola sconfitta, arrivata in casa di quei Grizzlies a loro volta molto sorprendenti, tanto da stare in vetta nella Western Conference), con un ruolino di marcia pareggiato soltanto dalle due squadre di Los Angeles, Clippers e Lakers. Sono però i dati che fotografano l’efficienza difensiva a raccontare però la grande verità di questi Mavericks, che negli ultimi 15 giorni sfoggiano la miglior difesa NBA (99.1 punti concessi ogni 100 possessi) e hanno di gran lunga il miglior net rating di tutta la lega (+11). Il calendario ora si fa difficile – trasferte a Houston e in casa dei Lakers, poi sfide interne con Clippers e Blazers, quindi di nuovo in trasferta a New Orleans prima di incontrare ancora i Rockets – ma se c’è qualcuno che ha dimostrato di non essere intimorito dai grandi palcoscenici o dai grandi duelli (che siano le Final Four di Eurolega, la finale degli Europei o la sfida contro i Kyrie Irving di turno) questo è Luka Doncic. Chiamato all’ennesimo esame della sua carriera: finora tutti passati.