NBA, risultati della notte: ancora Butler sulla sirena, 34 e vittoria Sixers. Contro Toronto non basta "vintage" Wade
NBAIl neo-arrivato in casa Sixers ancora protagnista col canestro della vittoria 8 giorni dopo quello mandato a segno contro Charlotte. Wade ne segna 35 dalla panchina ma Toronto supera Miami. Cade Memphis in casa contro New York, vincono Utah, Detroit e Atlanta, con stoppata di John Collins su Kemba Walker
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Brooklyn Nets-Philadelphia 76ers 125-127
Otto giorni dopo aver vinto la sfida contro gli Charlotte Hornets esattamente nello stesso modo (grande giocata difensiva da una parte – stoppate su Kemba Walker e recupero – e poi canestro decisivo dall’ala, sul lato destro dell’attacco), Jimmy Butler concede il bis. Stavolta a farne le spese sono i Brooklyn Nets, che sostanzialmente guidano la partita per tutti i 48 minuti, vanno avanti anche di 20 punti e ancora a meno di 5 minuti dalla fine possono gestire un vantaggio di 13 punti. È qui però che si scatenano i Sixers, trascinati proprio da Butler (34 punti e 12 rimbalzi per lui) e da Joel Embiid (32&12, 18° ventello stagionale per lui, solo Kevin Durant fa meglio in tutta la lega): il parziale è di 16-2 ed evita a Philadelphia il secondo ko in fila contro una squadra fuori dalla corsa playoff come Brooklyn, dopo quello incassato contro Cleveland. Il doppio trentello delle star degli ospiti è replicato anche in casa Nets, dove D’Angelo Russell manda a segno il suo massimo in carriera con la maglia di Brooklyn (38 punti con 16/28 al tiro ma anche 8 assist e 8 rimbalzi) e fa il paio con i 31 dalla panchina di Spencer Dinwiddie, anche lui titolare di ottime percentuali al tiro (11/15). Opposti invece i trend delle due squadre: Philadelphia ha vinto 5 delle ultime 6 gare (sono 5-2 da quando è arrivato Jimmy Butler), mentre il ko contro i Sixers è il terzo di fila per Brooklyn, che spreca un vantaggio di 14 punti all’intervallo, il massimo fatto registrare fin qui in stagione.
Toronto Raptors-Miami Heat 125-115
Toronto è la miglior squadra NBA (17-4) per un motivo: i Raptors non lasciano scampo alle squadre più deboli (11-0 contro avversarie dal record perdente) e quando tirano bene – sopra il 50% - sono virtualmente imbattibili (altro 11-0 il bilancio). Sono due condizioni che si applicano anche alla sfida contro Miami (7-11 il record degli Heat, prima della sfida coi canadesi), visto che gli uomini di coach Nurse chiudono la gara con oltre il 52% dal campo, ispirati dai 29 punti con 10 rimbalzi di Kawhi Leonard (sesta doppia doppia stagionale per lui) e dai 21 di Pascal Siakam, a due punti soltanto dal suo massimo in carriera. I Raptors hanno anche una doppia doppia sia da Jonas Valanciunas (17 con 10 rimbalzi) che da Kyle Lowry (12 e 10 assist), che a fine partita scambia la propria maglia n°7 con quella di Dwyane Wade: il veterano degli Heat – alla sua ultima stagione – sfodera una prestazione leggendaria, la più prolifica di sempre per un giocatore di Miami in uscita dalla panchina. Wade chiude infatti con 35 punti (sui 71 delle riserve di coach Spoelstra) con 13/22 dal campo, 4/7 da tre, 6 assist e 5 rimbalzi: “È davvero un peccato che una partita del genere venga oscurata da una sconfitta”, le parole del suo allenatore. Non la prima, visto che gli Heat incassano contro Toronto il settimo ko nelle ultime nove gare, nonostante il massimo in carriera a rimbalzo di Bam Adebayo (21, con anche 16 punti) e una primo tempo chiuso senza neppure una palla persa (risultato mai ottenuto nella storia del club).
Memphis Grizzlies-New York Knicks 98-103
Finisce con una dolce vendetta il primo ritorno a Memphis da avversario di coach Dave Fizdale: i suoi Knicks – sotto anche di 13 punti all’inizio del terzo quarto – piazzano un parziale di 23-6 e mandano a libri un terzo periodo quasi perfetto (35-19) che li rimette completamente in partita. A meno di due minuti dalla fine, la gara è ancora in equilibrio perfetto (93-93) ma sei punti in fila dei blu-arancio permettono a Fizdale di festeggiare la terza vittoria in fila dei suoi Knicks ma una sicuramente diversa da tutte le altre. “Non riesco a trovare le parole, ho dentro troppe emozioni”, la dichiarazione dell’ex coach di Memphis, sostituito proprio dall’attuale allenatore dei Grizzlies, J.B. Bickerstaff. A guidare New York un Enes Kanter al suo massimo in carriera per rimbalzi (26, cui aggiunge anche 21 punti) e un Tim Hardaway Jr. da 22 punti, ma i blu arancio hanno un’altra buona gara da un rinato Emmanuel Mudiay (17) e 15 punti da Trey Burke, pur con un pessimo 3/15 al tiro. Il migliore per Memphis è ancora una volta quel Marc Gasol spesso ai ferri corti con coach Fizdale la scorsa stagione: il centro catalano chiude con 27 punti e 8 rimbalzi; 23 con 11 assist li fa registrare Mike Conley, che però tira solo 8/24 dal campo. Nessun altro giocatore di Memphis raggiunge la doppia cifra con l’eccezione di uno splendido Jaren Jackson Jr, che a 16 punti unisce anche 7 stoppate, record di franchigia eguagliato per un rookie (19 il dato di squadra, anche in questo caso record all-time pareggiato).
Detroit Pistons-Phoenix Suns 118-107
Già le partite pomeridiane per le squadre NBA equivalgono molto spesso a una prestazione piuttosto scialba, anche quando se ne hanno già almeno un paio alle spalle. “Dobbiamo bere più caffè al mattino o svegliarci prima per fare allenamento alle 6, qualsiasi cosa per metterci in moto in maniera decente” ha dichiarato coach Dwane Casey sulla prestazione dei suoi Pistons, che per tre quarti hanno dato vita a una gara a bassa intensità e poca voglia di difendere contro i Suns. Nell’ultimo quarto poi un parziale di 15-3 ha deciso la sfida in favore dei padroni di casa, guidati dai 19+16 di Andre Drummond e i 16+11 di Blake Griffin. Per Phoenix, reduce dalla vittoria a Milwaukee, ci sono altri 37 punti per Devin Booker e il massimo stagionale da 25 punti con 13 rimbalzi di Deandre Ayton, mentre T.J. Warren è stato espulso nel secondo quarto per doppio tecnico. Questo ha dato più spazio a Jamal Crawford, che segnando 12 punti ha superato quota 19.000 in carriera in NBA.
Sacramento Kings-Utah Jazz 112-133
Solo quattro giorni fa i Jazz venivano battuti in casa dai lanciatissimi Kings, perciò per la partita di stanotte sapevano di dover dare tutto quello che avevano — specialmente Ricky Rubio. Battezzato sistematicamente dalla difesa di Sacramento nella partita di mercoledì scorso, il playmaker spagnolo ha alzato il livello del suo gioco per sopperire all’assenza di Donovan Mitchell, segnando 10 dei suoi primi 12 tiri e chiudendo con 27 punti a referto, a cui ha aggiunto 7 rimbalzi e 5 assist. Una volta che ha rallentato Rubio (23 dei suoi 27 sono arrivati nel primo tempo), sono stati gli altri cinque giocatori in doppia cifra dei Jazz a dare il loro contributo per interrompere una striscia di tre sconfitte consecutive. Arrivano a due in fila invece quelle di Sacramento, arrivata col fiato corto alla seconda gara di un back-to-back dopo le fatiche contro Golden State: sono comunque sei i giocatori in doppia cifra guidati dai 20 di Bogdan Bogdanovic (prima partenza in quintetto stagionale al posto di Iman Shumpert tenuto a riposo) e i 18 di Marvin Bagley (quinta partita consecutiva in doppia cifra per il rookie), ma non abbastanza per contenere un attacco che ha tirato con il 53% dal campo toccando anche il +28.