LeBron James segna 20 dei suoi 42 punti solamente nell'ultimo quarto, spingendo i Lakers al successo contro i San Antonio Spurs. Due punti in 8 minuti per Marco Belinelli, mentre Danilo Gallinari ne segna 17 ma i suoi Clippers cadono a Memphis contro la soffocante difesa dei Grizzlies
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Los Angeles Lakers-San Antonio Spurs 121-113
La gara contro i San Antonio Spurs sembrava stregata per i Los Angeles Lakers, che nei due precedenti contro i texani hanno sempre perso. Nonostante la squadra di Gregg Popovich stia vivendo un momento complicato della sua storia, gli Spurs erano comunque riusciti a portarsi in vantaggio aprendo il secondo tempo con un parziale di 24-10, approfittando anche dell’assenza di Brandon Ingram uscito per una distorsione alla caviglia nel primo quarto, provocata da un fallo flagrant di LaMarcus Aldridge. Spinti dai 32 punti di DeMar DeRozan e dai 31 di un redivivo Rudy Gay (miglior prestazione da quasi tre anni a questa parte, 16 punti solo nel terzo quarto), i nero-argento erano riusciti anche a costruire un vantaggio di 8 lunghezze a poco meno di 9 minuti dalla fine, ma da lì in poi è andato in scena l’ennesimo show di LeBron James.
Il numero 23 dei Lakers ha confezionato immediatamente un parziale di 9-0 personale per riportare avanti i suoi, aggiungendo poi altri 11 punti nel resto del quarto per toccare quota 42 a fine gara, facendo esplodere lo Staples Center con 3 triple negli ultimi 8 minuti di gioco. L’ennesima prestazione mostruosa di un giocatore mostruoso, che però ha potuto contare sul supporto dei compagni, a partire da Kyle Kuzma (secondo miglior marcatore con 22 punti e 9 rimbalzi), Lonzo Ball (14 punti e 9 assist), Josh Hart (invisibile fino agli ultimi tre minuti quando ha segnato due triple fondamentali) e il vecchio Tyson Chandler, che pur chiudendo con soli due punti in 28 minuti ha catturato 9 rimbalzi e realizzato un +27 di plus-minus che dice molto del suo impatto, finendo la partita sul parquet.
La partita di Belinelli: solo 8 minuti, minor minutaggio stagionale
Alla fine gli Spurs non hanno potuto opporsi alla terza prestazione sopra quota 40 punti di James in maglia Lakers, perdendo anche con un LaMarcus Aldridge da 21 punti e 9 rimbalzi (in stagione erano 10-1 quando il prodotto di Texas superava quota 20). Per Marco Belinelli invece solo 8 minuti sul parquet con 2 punti e 1 rimbalzo a referto, tirando 1/3 dal campo con -5 di plus-minus nella partita con minor minutaggio di tutta la stagione, visto che in precedenza non era mai andato sotto i 15 minuti una volta schierato sul parquet. Paga anche lui il momento molto difficile della squadra, che dopo la partenza 6-2 ha perso 12 delle successive 17 partite, tra cui tre con oltre trenta punti di scarto nell’ultima settimana. Il penultimo posto a Ovest davanti solo ai derelitti Phoenix Suns non invoglia all’ottimismo, ma nonostante il record di 11-14 l’ottavo posto per i playoff rimane distante solamente due partite: il problema semmai è la concorrenza folta e agguerrita, che non permette neanche un passo falso da qui in poi. Già venerdì in casa, sempre contro i Los Angeles Lakers, ci sarà bisogno di cambiare marcia per non perdere il passo.
Memphis Grizzlies-L.A. Clippers 96-86
I Memphis Grizzlies sono con ogni probabilità la peggior squadra da affrontare all’ultima fermata di una trasferta da quattro partite, per di più in back-to-back arrivando da New Orleans. Normale allora che contro una delle migliori difese della NBA i Clippers di Danilo Gallinari abbiano faticato tantissimo a mettere il pallone nel canestro, chiudendo con la peggior prestazione stagionale da soli 86 punti, loro che normalmente ne segnano oltre 30 in più di media. E non se ne può fare neanche una questione di ritmo, visto che la gara è stata giocata su 99.5 possessi: per usare le parole di coach Doc Rivers, “sono stati i Grizzlies che ci hanno difesi benissimo. Questa è la prima sera in cui posso dire che ci hanno preso a calci nel sedere”. Memphis ha tenuto gli avversari al 34% al tiro causando ben 19 palle perse, merito soprattutto di un primo tempo da 27% e 3/12 dall’arco per i Clippers che aveva permesso ai padroni di casa di toccare anche il +15 e di chiudere i primi 24 minuti avanti di 9 lunghezze. Ciò nonostante gli ospiti guidati dai 19 punti di Boban Marjanovic (scongelato per l’occasione dalla panchina) erano riusciti a riportarsi a contatto nell’ultimo quarto, ma un parziale di 8-0 dei Grizzlies guidati dai 22 punti di Mike Conley e dai 19+11 di JaMychal Green alla fine ha chiuso i conti.
La partita di Gallinari: 17 punti ma quattro errori ai liberi, non accadeva dal 2011
La difesa dei Grizzlies deve essere entrata anche nella testa di Danilo Gallinari, che pur chiudendo come miglior realizzatore del quintetto con 17 punti (5/15 dal campo, 3/7 da tre), ha vissuto una inusuale serata imprecisa dalla linea del tiro libero. Il Gallo — che in questa stagione sta viaggiando con oltre il 90% dalla lunetta e prima di questa gara aveva sbagliato solo 7 dei 122 liberi tentati — ha chiuso con 4/8 a cronometro fermo: bisogna risalire a un Lakers-Nuggets del 3 aprile 2011 per trovare una prestazione peggiore con almeno 8 liberi tentati, con l’italiano che in quella occasione tirò 5/11 in una serata da 22 punti e vittoria allo Staples Center. Questa volta per sua sfortuna non c’è stata la consolazione del successo di squadra: con i contemporanei successi di Denver e Oklahoma City i Clippers sono scesi al terzo posto nella Western Conference a pari merito con i Golden State Warriors, ma la caccia al miglior posizionamento possibile in ottica playoff è ancora lontano dal concludersi.