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NBA, risultati della notte: OKC si vendica su Dallas con Westbrook in tripla doppia, vincono Warriors e Pacers

NBA

Alle parole di autocritica, il n°0 dei Thunder fa seguire i fatti: 32 punti, 11 rimbalzi e 11 assist per lui nella vittoria sui Mavs. Indiana vince la 5^ in fila ed è terza a Est, mentre a Ovest vincono Golden State e New Orleans, trascinate dai 34 di Steph Curry e dai 33 di Julius Randle

CONTINUA IL JAMES HARDEN SHOW: 43 PUNTI E TRIPLA DOPPIA CONTRO MEMPHIS

TERZO QUARTO DA FAVOLA, SAN ANTONIO SCHIANTA BOSTON

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Oklahoma City Thunder-Dallas Mavericks 122-102

Piatto da servire solitamente freddo, la vendetta ai Thunder piace anche calda: solo 24 ore dopo aver perso contro i Mavs in Texas, OKC si prende la rivincita vincendo una gara condotta dal primo all’ultimo secondo e segnata dalla decima tripla doppia stagionale di Russell Westbrook, che dopo aver fatto autocritica ha fatto seguire alle parole i fatti, con 32 punti, 11 rimbalzi e 11 assist. Una vittoria necessaria per la squadra dell’Oklahoma, uscita sconfitta in 3 delle ultime 4 gare disputate prima del successo sui Mavs, sconfitta anche grazie ai 22 punti di Paul George e ai 16 di Jerami Grant. OKC approfitta anche delle 29 palle perse degli ospiti (ricavandone 36 punti), doppiati anche nel conto dei punti ottenuti nell’area pitturata (56-28) e surclassati anche in contropiede (26-12 il bilancio a favore dei padroni di casa). C’è poco da salvare per coach Rick Carlisle, se non i 25 punti con 7 triple a segno (massimo in carriera eguagliato) di Harrison Barnes e i 17 di Luka Doncic: Dallas conferma la sua allergia alle gare lontane dall’American Airlines Center, incassando la 16^ sconfitta su 18 trasferte fin qui effettuate.

Phoenix Suns-Golden State Warriors 109-132

Per la 17^ volta in fila – l’ottava sul campo dei Suns – la sfida tra Golden State e Phoenix ha sempre lo stesso vincitore, la squadra campione NBA in carica trascinata dai 34 punti di Steph Curry e dai 25 di Kevin Durant. Per coach Steve Kerr, però, non sono le proprie superstar i veri protagonisti della vittoria quanto la propria panchina: “A metà del secondo quarto ha cambiato la gara”, dice, affermazione avallata anche dal 24-7 con cui gli Warriors chiudono il secondo quarto spaccando in due una partita fino a quel punto equilibrata. I 132 punti con cui Golden State chiude la serata sono il terzo punteggio più alto in stagione, e non a caso la squadra californiana torna a superare quota 30 assist (31 su 46 canestri effettuati) in una serata in cui segna anche il 50% da tre punti, con Steph Curry il migliore dei suoi con 5/9 dall’arco in una prestazione che segna il suo 13° trentello stagionale. Non bastano ai Suns i 25 punti con 10 rimbalzi di un sempre più convincente Deandre Ayton, i 24 di T.J. Warren e i 20 con 6 assist ma 5 palle perse di Devin Booker: Phoenix perde la quinta gara delle ultime sei ed è sempre più ultima a Ovest.

Indiana Pacers-Atlanta Hawks 116-108

Senza troppo clamore gli Indiana Pacers sono la terza forza a Est dietro a Milwaukee e Toronto e viaggiano con la stessa percentuale di vittorie dei Denver Nuggets, primi nella Western Conference. Il quinto successo in fila – il 12° nelle ultime 14 partite disputate – arriva contro degli Atlanta Hawks avversari più duri di quanto la classifica suggerirebbe: sono proprio i Pacers, due volte, l’unica squadra capace di battere gli Hawks nelle loro ultime sette gare, chiuse con cinque successi. Pur restando in gara fino alla fine, stavolta si devono però arrendere all’attacco equilibrato di coach McMillan, che vede tre giocatori con almeno 20 punti: il protagonista principale è Myles Turner, che ai suoi 20 aggiunge 8 rimbalzi e 4 stoppate il tutto in soli 24 minuti, prima di fratturarsi il naso in uno scontro di gioco; ne mette 22 invece Victor Oladipo e ne aggiunge 20 con 8 rimbalzi Domantas Sabonis. I migliori di Atlanta sono invece John Collins a quota 22 punti e 16 rimbalzi con anche 2/4 da tre e Kevin Huerter: il rookie da Maryland fa segnare i suoi massimi in carriera per punti (22) e triple segnate (ben 6), mentre 19 punti li aggiunge Alex Len e 16 Trae Young.

New Orleans Pelicans-Minnesota Timberwolves 123-114

Non c’è Anthony Davis tra i padroni di casa, ma i Pelicans riaccolgono Elfrid Payton, e con lui in campo dall’inizio alla fine di una partita quest’anno devono ancora perdere (5 vittorie e zero sconfitte). Non è tanto la point guard di New Orleans – 9 punti e 6 assist al rientro per lui – il protagonista della vittoria su Minnesota, quanto invece un Julius Randle da 33 punti e 11 rimbalzi, assistito alla perfezione da un Darius Miller protagonista nel quarto quarto, quando segna 13 dei suoi 21 punti, con 5 triple a segno. Molto bene fa anche Jrue Holiday, autore di 26 punti e 8 assist, mentre tra i Timberwolves continua a mettersi in mostra il talento totale di Karl-Anthony Towns, che chiude con 28 punti, 17 rimbalzi, 6 assist e 5 stoppate diventando solo il secondo giocatore dalla stagione 1973-74 a mettere in fila per due gare consecutive almeno 25 punti, 15 rimbalzi, 5 assist e 5 stoppate, condividendo il privilegio con un certo Kareem Abdul-Jabbar. Ne segnano 20 Andrew Wiggins e 17 Taj Gibson ma senza Derrick Rose, alle prese con un guaio alla caviglia, e Jeff Teague Minnesota si deve inchinare ai Pelicans.

Charlotte Hornets-Orlando Magic 125-100

Gli Hornets si confermano la bestia nera dei Magic vincendo il 13° scontro consecutivo: il merito è soprattuto di un Kemba Walker che nel primo tempo già confeziona un ventello con 8/11 al tiro, prima di chiudere a quota 24 in soli 27 minuti. Ne segna 21 dalla panchina anche Malik Monk, la quarta volta per lui oltre quota 20 e Charlotte manda sei giocatori in doppia cifra, tornando al 50% di record (18-18): le buone notizie per coach Borrego però finiscono qui, perché i padroni di casa perdono sia Cody Zeller (frattura alla mano destra) che Jeremy Lamb (problema muscolare). Si fa male anche Nikola Vucevic tra gli ospiti: il centro dei Magic segna 12 punti in tre quarti ma poi deve uscire per un guaio al ginocchio, lasciando Aaron Gordon (14 per lui) e Mo Bamba (12 con 8 rimbalzi) a cercare di battagliare contro gli Hornets, che rovinano il ritorno in città di coach Steve Clifford, per cinque anni sulla loro panchina.