La settima sconfitta su dieci partite senza James ha aperto il dibattito in casa gialloviola, sconfitti anche dalla squadra lasciata da LeBron nella scorsa estate. E la pressione sulla panchina di Luke Walton comincia a salire: annunciati cambiamenti in quintetto già dalla prossima gara contro Chicago
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Nelle ultime dieci partite, di sconfitte preoccupanti i Lakers ne hanno già avute diverse. Un vantaggio di 15 punti sprecati a Sacramento; due sconfitte senza appello contro Clippers e Thunder; una terribile prestazione interna contro i Knicks che non vincevano da otto partite e una persino peggiore a Minneapolis senza neanche scendere in campo. Quella di stanotte contro i Cleveland Cavaliers, però, potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso. Sotto gli occhi di un impotente LeBron James immobile sul fondo della panchina, i giovani Lakers hanno perso contro la peggior squadra dell’intera NBA, capace di vincere solo 8 delle 43 partite disputate finora ma, soprattutto, reduce da 12 sconfitte consecutive, la peggior striscia della lega. E non è che la sconfitta è arrivata con un tiro all’ultimo secondo, ma finendo sotto di 15 nel primo quarto senza mai riuscire a riportarsi avanti, senza neanche avvicinarsi sotto i 3 punti di distacco. Un risultato semplicemente inaccettabile anche per una squadra che non può contare sui due portatori di palla principali, LeBron James e Rajon Rondo, e che getta ombre lunghe su tutta l’organizzazione, a partire dai giocatori fino ad arrivare, soprattutto, a Luke Walton.
Il crollo offensivo dei Lakers senza LeBron
Intervistato in settimana da Sam Amick di The Athletic, l’allenatore dei Lakers ha dichiarato che “essere licenziati non è il problema. Il problema è se vieni licenziato cercando di piacere ad altre persone, invece di fare a modo tuo. Nel primo caso, vivrai nel rimpianto; nel secondo, puoi convivere con qualsiasi cosa succeda”. Parole che sembrano un messaggio soprattutto per Magic Johnson, indicato da molti come il suo principale critico all’interno della dirigenza, specialmente dopo il “chiarimento” di inizio anno sul sistema di gioco dei gialloviola. Dopo quella chiacchierata i Lakers hanno vissuto il loro miglior momento della stagione, vincendo 18 partite su 24 tra l’inizio di novembre e metà dicembre, fino alla vittoria di prestigio di Natale sul campo dei Golden State Warriors. Da lì in poi, ovverosia dall’infortunio di James in poi, i Lakers sono però crollati soprattutto in attacco: con 100.4 punti segnati su 100 possessi, i gialloviola hanno il peggior attacco della NBA dopo Natale, un punto e mezzo sotto i penultimi Memphis Grizzlies. Le percentuali effettive sono passate da 54% al 48.4% tanto da arrivare a quelle tremende di questa notte contro i Cavs: davanti a una delle peggiori difese della lega, i Lakers hanno tirato con il 39.6% dal campo, con il 20.6% da tre punti (7/34) e sotto il 60% persino ai liberi (16/27), con nove errori pesantissimi nell’ultimo quarto. Numeri semplicemente inaccettabili, assenza di James o meno. E il fatto che sia arrivato proprio contro i Cavs, passati da finalisti NBA a peggior squadra della NBA con il semplice addio di LeBron, è un pessimo segnale per i Lakers, che a inizio anno avevano giurato – attraverso le parole di Magic – che non avrebbero “fatto passare tutto attraverso LeBron come hanno fatto a Cleveland”. Finora non sa succedendo.
La pressione su Luke Walton e l’aut aut di Magic Johnson
La prossima partita in casa contro i Chicago Bulls diventa paradossalmente cruciale per coach Walton: dovesse perdere perfino quella, la sua posizione diventerebbe quasi indifendibile per la sua sostenitrice più strenua all’interno della franchigia, ovverosia la proprietaria Jeanie Buss. Secondo quanto scritto da The Athletic, è lei ad essere convinta che Walton sia l’allenatore giusto per questa squadra, mentre Magic – descritto da più fonti come estremamente competitivo ed estremamente irascibile – potrebbe arrivare a mettere la Buss davanti alla scelta tra lui e il coach. E in quel caso difficilmente Walton riuscirebbe a sopravvivere all’aut aut del presidente. Per il momento l’allenatore è ancora lui, e dei cambiamenti sono in arrivo: l’ex pupillo di Phil Jackson ha detto dopo la sconfitta coi Cavs che è possibile che ci siano dei cambiamenti nel quintetto già a partire dalla prossima partita, ma bisognerà fare in fretta. Il ritorno di LeBron James in campo è ancora incerto – verrà rivalutato mercoledì, a due giorni dalla sfida di Oklahoma City contro i Thunder. Considerando che gli Utah Jazz hanno compiuto l’aggancio all’ottavo posto con un record di 23-21 e hanno davanti a loro il secondo calendario più semplice da qui a fine stagione (mentre i Lakers avranno il terzo più difficile), è arrivato il momento di cambiare marcia.