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NBA, Golden State fa dieci in fila: Boston battuta in casa dopo oltre un mese

NBA

Il quintetto di All-Star a disposizione dei campioni NBA ha la meglio nel primo incrocio stagionale contro i Celtics, che interrompono la striscia casalinga di dieci vittorie: 33 punti di Kevin Durant, 24 con sei triple di Steph Curry da una parte, 32 e dieci assist di Kyrie Irving dall'altra

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Boston Celtics-Golden State Warriors 111-115

Una partita divertente, intensa, combattuta per 48 minuti, terminata nel modo in cui molti avevano immaginato: con un successo degli Warriors, che quando sono concentrati e in “modalità playoff” non perdono praticamente mai da tre anni a questa parte. Kevin Durant ne segna 33 con nove rimbalzi, a cui si aggiungono i 24 con sei triple di Steph Curry (che ne manda a bersaglio quattro in meno di due minuti e aggiunge anche il balletto celebrativo già prima che il pallone trovi il fondo della retina) e i 21 punti di Klay Thompson, che segna soltanto due liberi nel match, ma lo fa nel momento più opportuno. A 47 secondi dalla fine, per regalare il +2 a Golden State. A Boston resta tutto il tempo per tentare di pareggiare o vincere, ma le tre conclusioni di Irving, Smart e Morris si spengono sul ferro o ben lontano dal canestro. Draymond Green poi, mandato in lunetta, sbaglia il secondo libero, ma recupera il rimbalzo lungo, garantendo agli Warriors un extra-possesso decisivo che vale il successo. Il 21° sorpasso in testa alla gara è dunque quello decisivo, che regala agli Warriors il decimo successo in fila, alla quarta partita all’interno di un lungo giro di trasferte e arrivata su uno dei parquet più complicati di tutta la NBA. “È un posto molto complicato dove giocare da avversario – sottolineava coach Kerr prima della palla a due – la partita inizia alle 20.30, un’ora più tardi rispetto al solito e questo lascerà il tempo al pubblico di Boston di bere un altro bel po’ di birra in più. Saranno ancora più rumorosi”. La solita bolgia sugli spalti non ha permesso però ai Celtics di allungare a 11 la striscia di successi casalinghi e a sei quella complessiva. Il risultato in regular season conta sempre in maniera relativa, ma questo era un esame per Boston e a superarlo, come al solito, è stata Golden State, che regala così a coach Kerr la 300^ vittoria da allenatore (playoff esclusi): il più veloce della storia NBA a raggiungere questo traguardo, dopo sole 377 gare (Pat Riley, detentore del record, ne aveva impiegate 416).

Irving, Horford e poco altro, almeno in attacco

Nel fare la conta dei punti leggendo il boxscore alla sirena finale si fa certamente torto a una squadra che ha combattuto fino in fondo, dando tutto per quattro quarti, aggrappata come al solito a Kyrie Irving, autore di 32 punti, dieci assist e sei rimbalzi. Per lui è l’undicesima doppia doppia con punti e assist in stagione: l’ultimo a riuscirci in casa Celtics era stato Larry Bird più di 30 anni fa. Ai suoi canestri si aggiungono i 22 punti e 13 rimbalzi con 10/15 al tiro di Al Horford e i 20 punti di Jayson Tatum, in una partita chiusa di squadra con il 41% dal campo. Merito anche della difesa Warriors e di DeMarcus Cousins, che a un anno esatto di distanza dall’infortunio al tendine d’Achille che lo tenuto fuori per oltre 11 mesi è tornato a godersi un’atmosfera così agguerrita e sentita sul parquet. Il primo grande test per il quintetto tutto All-Star di Golden State: un unicum nella storia NBA degli ultimi 40 anni, visto che l’ultima squadra ad aver schierato cinque All-Star “in carica” sul parquet era proprio Boston nel 1975/76, quando poteva disporre di Dave Cowens, John Havlicek, Jo Jo White, Paul Silas e Charlie Scott. Adesso invece ai Celtics tocca farci i conti contro una corazzata del genere: una sfida molto complicata da vincere.