I Pelicans hanno tolto le immagini del n°23 dal video di presentazione della squadra, nella prima gara casalinga dopo l’annuncio di Davis. New Orleans, senza cinque giocatori infortunati, perde contro un super Jokic per l’ottava volta in stagione in tripla doppia
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Da tre giorni a questa parte, anche soltanto una sua assenza, non fa altro che generare dibattito su di lui. Per quello la prima sfida casalinga dei Pelicans dopo l’annuncio di Anthony Davis era attesa nonostante l’infortunio al dito del n°23 di New Orleans non gli ha permesso di scendere in campo. Poco importa, è bastato rimuoverlo dal video che la franchigia della Louisiana utilizza per lanciare i roster nel prepartita per scatenare un putiferio di illazioni. Davis c’è, ma in maniera del tutto marginale rispetto all’ultima proiezione: un ritocco necessario in vista di un addio che presto o tardi arriverà. “Non ho mai guardato il video di presentazione – racconta coach Gentry – Davvero, non ci ho mai fatto caso. Non sto negando nulla, sia chiaro, ma non sono in grado di dire chi c’era adesso e chi è stato tolto”. All’interno dell’arena il clima è rimasto tiepido per quasi tutto il tempo – i tifosi di New Orleans in generale non sono mai stati passionali come da altre parti – con un paio di acuti quando Jrue Holiday è entrato in campo e ha piazzato le uniche giocate spettacolari tra le fila dei padroni di casa. È lui il beniamino su cui fare affidamento – anche perché ai Pelicans mancavano ben cinque giocatori nella partita contro Denver – per cui fare il tifo adesso che il n°23 non c’è più. Davis in realtà era presente al palazzo, rimasto nei pressi tunnel a guardare il riscaldamento dei compagi prima della palla a due e poi regolarmente seduto di fianco ai compagni. Un paio di appassionati hanno iniziato a fischiare, puntando il dito contro “il traditore” (slogan che in NBA va sempre molto di moda). Un gesto isolato e passato quasi del tutto inosservato, non come quello di un tifoso che si è avvicinato alla panchina di New Orleans facendogli autografare un cartellone con su scritto: “AD, LeBron non ti amerà mai quanto lo abbiamo fatto noi”. Lui firma, sorride, poi torna a guardare la partita.
New Orleans Pelicans-Denver Nuggets 99-105
In realtà poi ci sarebbe una partita di cui parlare, con Denver che si affida a un super Nikola Jokic che mette a referto la sua ottava tripla doppia stagionale (20 punti, 13 rimbalzi e dieci assist) e aspetta con ansia una convocazione all’All-Star Game strameritata. Per i Nuggets è il quarto successo consecutivo, arrivato dopo aver premesso ai Pelicans di riportarsi a contattato nel finale, con Holiday (autore di 22 punti totali) che mette a segno il canestro che vale il -1 a 90 secondi dalla sirena. Serve una scossa e Denver non può che passare dalle mani di Jokic: due bersagli in fila, con il povero Jahlil Okafor a fare da spettatore e poco altro e gara definitivamente chiusa. Per New Orleans un risultato più che pronosticabile, viste le assenze - oltre a quella di Davis – di Mirotic, Randle, Miller e Payton. Alla fine coach Gentry è costretto a raschiare il fondo, tirando dentro anche Kenrich Williams, 14 partite in NBA prima di questa notte e protagonista nei 38 minuti trascorsi sul parquet: 21 punti, 5/9 dall’arco e una serata che difficilmente dimenticherà.